Da MondoLiberOnline.it 24 aprile
Esce per Rubbettino “Muoia Israele. La brava gente che odia gli ebrei”, un graffiante pamphlet di Giulio Meotti sul pericoloso antisemitismo di ritorno
È appena scomparso il grande scrittore tedesco Günter Grass. La sua ultima polemica pubblica risale a due anni fa, quando una poesia di Grass fece il giro del mondo e accusava Israele di essere un pericolo per la pace mondiale e di voler annichilire il popolo iraniano. I versi di questo importante scrittore, in cui il popolo ebraico assumeva il ruolo di carnefice, erano il sintomo di un più vasto antisemitismo europeo post-Auschwitz che domina il mondo dell’alta cultura, dell’arte e del giornalismo.
Il libro di Giulio Meotti “Muoia Israele. La brava gente che odia gli ebrei” ripercorre per la prima volta trent’anni di questo nuovo antisemitismo e “terrorismo culturale”. I più accaniti denigratori del popolo ebraico oggi sono gli intellettuali e le classi abbienti dello show buz europeo, sono i tanti Premi Nobel come Grass che vantano specchiate credenziali socialdemocratiche, compresi molti “cattivi maestri” in Italia. Il loro obiettivo non è cambiare la politica di Israele e non esprimono semplicemente una critica legittima a quello stato. No, vogliono inchiodare il popolo ebraico a un destino oscuro e tragico. Sono coloro che, con un colpo di matita o di penna, cancellano Israele dalla mappa geografica.
Il libro
C’era un tempo in cui in difesa dello Stato di Israele e degli ebrei si schieravano i migliori intellettuali europei come Pablo Picasso e Eugene Ionesco, e in Italia personaggi come Norberto Bobbio ed Eugenio Montale. La piccola repubblica israeliana era considerata un pegno della nostra libertà, che il mondo arabo-islamico voleva ghermire per la gola e annegare nel Mediterraneo. Oggi Israele è ancora sotto assedio ma è rimasto solo, delegittimato e condannato a morte dalle classi dirigenti intellettuali, dai giornalisti, dagli scrittori, dai registi, dai Premi Nobel, dai musicisti, elevato a sentina del male. Contro il popolo di Israele riecheggiano oggi, sinistre, le frasi della propaganda nazista di settant’anni fa. Il libro di Giulio Meotti ripercorre l’odio per Israele degli ultimi trent’anni. È il racconto di una grande abiura, un nuovo caso Dreyfus con il tradimento dei chierici e l’abbandono degli ebrei da parte dell’opinione pubblica europea. Uno scandalo che le falangi dei “progressisti” accolgono in silenzio. I peggiori antisemiti oggi li trovi fra la brava gente. I buoni. I rispettabili. I vanitosi dello star system. Le firme dei giornali. Gli intellettuali che inculcano le idee nell’opinione pubblica. Gli artisti. I filantropi. Il loro annullamento spirituale e culturale di Israele giustifica in anticipo la sua soppressione fisica. E se Israele scomparisse oggi, il popolo ebraico non potrebbe sopravvivere. Che fare allora? Solidarietà. È l’unica arma che abbiamo. Perché Israele è la frontiera che tutti gli uomini civili sono impegnati a sostenere e a difendere. Israele è ognuno di noi.
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