L’euro come una gabbia, l’egemonia della Germania che schiaccia gli altri paesi della Ue. Paolo Savona, economista, già ministro con Carlo Azeglio Ciampi e ora di nuovo candidato a occupare la casella dell’economia nel nascituro governo Lega- Cinquestelle non ha mai fatto mistero delle sue posizioni eretiche e controcorrente sui principali dossier. Ma un conto sono le opinioni, solidamente argomentate, dello studioso, un altro quando quelle opinioni diventano la rotta del nuovo esecutivo. Se davvero Paolo Savona entrerà a Palazzo Chigi con la delega all’economia, è destinato davvero a cambiare l’atteggiamento dell’Italia nei confronti dell’Europa. Ma proprio queste posizioni hanno lanciato l’economista euroscettico nell’Olimpo di Salvini e Di Maio. Ecco alcune dichiarazioni che aiutano a capire qual è il pensiero di Savona sui temi più scottanti.
«L’euro una gabbia, piano B per uscire»
«L’euro? E’ una gabbia tedesca. La Germania ha sostituito la volontà di potenza militare con quella economica. L’Ue è viziata da una innata ingiustizia. Bisogna ricorrere a un piano B per uscire dall’euro, se fossimo costretti»: il passaggio è contenuto in un libro di cui Pa0lo Savona è autore («Come un incubo, come un sogno»)in uscita tra pochi giorni. La Stampa ha anticipato alcuni brani del volume. Sulla moneta unica, in quelle pagine, il ministro «in pectore» non risparmia critiche contundenti: «L’euro è una creatura costruita male, con una modifica di fatto della Costituzione, attuata con leggi ordinarie da parlamenti impreparati e superficiali subordinate a élite che illudono i popoli».
La Merkel come Hitler e il Kaiser?
Nel medesimo libro, secondo le anticipazioni della «Stampa», Savona vede una linea di continuità tra la Germania di Angela Merkel e quella di Hitler e del Kaiser. Berlino «non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca…con la Triplice Alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione Europea del 1992». Critiche alla supremazia tedesca già espressa in una intervista rilasciata da Savona al quotidiano «Libero» il 18 marzo 2017: «Non esiste un’Europa, ma una Germania circondata da pavidi». «se fai un’unione politica – dichiarava del resto al quotidiano MF già nell’ottobre del 2014 – la devi fare anche democratica dove tutti devono avere voce in capitolo e nella quale la Germania finirebbe inevitabilmente in minoranza».
Populismo figlio dell’arroganza tedesca
Il peccato originale dello squilibro a favore della Germania sta secondo Savona nel surplus commerciale (pari all’8% del pil) accumulato dall’economia tedesca. Ma governo e industriali «sono consci che gli accordi europei operano a loro favore e non intendono discutere come eliminare le divergenze, insistendo sulla necessità che l’Italia insista con le riforme…questa politica ha già causato uno spostamento degli elettori verso partiti che cavalcano la proposta di uscire dall’euro. Se non si vuole l’unione politica si decida almeno come affrontare la perdita di consenso a causa del disagio sociale». (Milano Finanza, 10 gennaio 2017).
«Le élite si prendano le loro colpe»
Salvini ha diagnosticato che ormai la partita politica in gioco è «élite contro popolo» ed ecco che proprio alcune parole di Savona sembrano venirgli incontro. Come dichiarato nella già citata intervista a «Libero»: «Le difficoltà della Ue sono colpa delle élite che la guidano: dicono di interessarsi al popolo ma si occupano solo di loro stesse e non a ammetteranno mai il fallimento. E questo acuisce i problemi . Le élite italiane hanno voluto questa Europa, sbagliando. Si prendano la colpa o qualcuno gliela attribuisca»
«Uscire dall’euro o fare la fine della Grecia»
Come uscire dall’angolo e sottrarsi alle politiche di austerity imposte da Berlino e Bruxelles? Savona lo esplicita in un intervento comparso sul Sole 24 Ore lo scorso 24 aprile: « Battere i pugni sul tavolo non serve a niente. Bisogna preparare un piano B per uscire dall’euro. L’alternativa è fare la fine della Grecia. Aleggia la possibilità che per evitare una probabile crisi il Paese sarà posto di fronte al dilemma di sottostare…a una tassazione massiccia e tagli salariali. ..la soluzione non può essere che quella che il presidente Mattarella non accetti un governo che ponga il Paese in questa condizioni , anche perché non rifletterebbe la volontà degli elettori. Le proposte di approvare il reddito di cittadinanza, di eliminare la legge Fornero e di attuare altre costose promesse vanno collocate realisticamente in questa scelta».
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