Roma 21 maggio, alle 17,30, presso il Centro Studi Americani di via Caetani 32 si discuterà del libro di Giulio Meotti «Israele. L’ultimo stato europeo» e seguirà il commento sugli fatti di Gaza. All’evento, moderato da Barbara Pontecorvo, prenderanno parte Angelino Alfano, Emanuele Fiano, Enrico Mentana, Stefano Parisi e Ofer Sachs.
Per Giulio Meotti «È grave il bilancio di morti e feriti palestinesi oggi al confine fra Gaza e Israele. Lo stato ebraico, che nelle stesse ore è impegnato a Gerusalemme a celebrare lo spostamento lì dell’ambasciata americana e il riconoscimento di quella città come capitale, a Gaza sta difendendo il suo confine riconosciuto dalla comunità internazionale. La responsabilità degli scontri ricade infatti su Hamas, il movimento terrorista che vuole distruggere Israele e governa la Striscia di Gaza. Qualsiasi altro paese difenderebbe i propri confini e le proprie case da manifestazioni con 50.000 persone che vuole abbatterli. I tragici scontri di Gaza illuminano la condizione unica in cui si trova Israele fin dalla sua nascita 70 anni fa, ovvero quella di una democrazia minacciata nel suo diritto a esistere e a difendersi.»Questo il commento a poche ore dalla notizia degli ultimi scontri in M.O. di Giulio Meotti, giornalista de «Il Foglio» e autore per Rubbettino del libro in uscita in libreria “Israele. L’ultimo stato europeo” nel quale l’autore definisce lo stato israeliano come un avamposto della democrazia, del diritto e della cultura occidentale, che il fondamentalismo islamico vuole spazzare via e che l’Occidente dovrebbe avere a cuore. Perché un piccolo paese assediato nelle sedi internazionali e sui campi di battaglia è tra i più felici del mondo? Il segreto di Israele risiede in un modello culturale opposto a quello oggi in voga in un Occidente dominato dal relativismo, dal pacifismo e dal politicamente corretto. A 70 anni dalla nascita, Israele è una delle più antiche democrazie al mondo che ha eccelso in tutti i campi dello scibile umano e uno dei più straordinari successi della società aperta. Mentre raccoglieva i Premi Nobel, compiva scoperte scientifiche, riempiva le sale da concerto e stampava il più alto numero di libri pro capite, Israele si difendeva con le unghie e con i denti. È la grande storia della “villa nella giungla”. L’Occidente è quello che è grazie alle sue radici bibliche e illuministiche. Se l’elemento ebraico di quelle radici è rovesciato e Israele è perso, allora anche l’Occidente è perso. Per questo come va per la stato ebraico, andrà per tutti noi. Israele è la frontiera felice della cività occidentale.
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