Sicurezza economica export control e guerre commerciali. Il made in Italy tra Covid e rivoluzione digitale
a cura di Paolo Quercia e Zeno Poggi
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha lanciato misure restrittive per più di 3.900 nuovi soggetti, negli ultimi quattro anni, e gli iscritti alle blacklist statunitensi, dell’Unione europea e delle Nazioni Unite sono oltre 41 mila. “Viviamo in un momento di forti turbolenze internazionali, tali da mettere in crisi il modello di globalizzazione”. dichiara il presidente di Awos A world of sanctions, Zeno Poggi, presentando al Senato il nuovo rapporto dell’associazione “Geopolitica e commercio estero”.
Al convegno intervengono il sottosegretario al ministero degli Affari esteri, Ivan Scalfarotto, e il vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso. Entrambi sottolineano l’importanza dell’apertura dei mercati per il nostro Paese. Scalfarotto la definisce “vitale” e si impegna, in vista della presidenza italiana del G20, a “difendere il commercio internazionale”.
“Dobbiamo fare in modo – dichiara Scalfarotto – che il commercio sia libero e anche equo e rivitalizzare i fori multilaterali come l’Organizzazione mondiale del commercio, che vive un momento di crisi, ma il cui ruolo è estremamente importante, in una fase in cui il commercio internazionale è diventato soprattutto uno strumento di politica estera. Il più forte che i governi hanno a disposizione”..
Di parere opposto, Urso contesta il fatto che “la politica estera europea sembra solo una politica sanzionatoria”. Secondo il senatore di Fratelli d’Italia, l’Italia è i”l paese più penalizzato dal moltiplicarsi delle sanzioni internazionali”, sia per la sua vocazione all’export e per la prevalenza di piccole e medie imprese ma anche “perché molto spesso le sanzioni riguardano i nostri principali partner commerciali” a partire dalla Russia.
Il punto su cui tutti convergono è che, come sintetizza il presidente di Awos Poggi: “lo sviluppo del commercio internazionale significa lo sviluppo made in Italy Se i mercati sono liberi, il made in Italy corre, se si chiudono ne paga le conseguenze”.
In questo contesto, aggiunge il presidente del Comitato Scientifico dell’associazione, Gabriele Checchia, “Awos vuole creare in Italia una cultura di impresa che aiuti le nostre realtà, in particolare le piccole e medie a attuare al meglio una governance delle sanzioni”. Inoltre, conclude direttore del Comitato scientifico di Awos, Paolo Quercia, “bisogna sviluppare una strategia nazionale, un patto pubblico-privato dove si costruisce la politica sanzionatoria italiana, da portare in dote alla sanction policy europea”.
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