Il professore Domenico Minuto non è su Facebook scrive Ettore Castagna ma è, fra gli intellettuali calabresi, qualcuno che ha segnato il mio percorso a partire da una primavera del 1976 quando venne a parlare al Liceo Classico di Catanzaro. Era una delle prime cose che organizzavo da ragazzo sul mondo bizantino e la grecità calabrese. Ieri mi manda in privato alcune note amichevoli sul mio romanzo “Del sangue e del vino” che pubblico col Suo permesso.
“Mi sembra che sia un racconto gagliardo e fantasioso, con parecchi richiami simbolici. Interpreta ed accentua i costumi dei grecanici, con le luci della loro generosità, impulsività, grecità dalle misteriose origini, grande immaginativa, dialogo di amore e paura con la natura; e le ombre della ristrettezza di vedute, della sospettosità e permalosità, della chiusura sociale; della vita musicale ed altro. Grazie, Ettore, greco di Calabria”.
Ettore Castagna nato a Catanzaro nel 1960 si occupa di antropologia culturale dal 1979. Nel corso del tempo le esperienze e le occasioni di ricerca e di riflessione si sono moltiplicate. I suoi interessi hanno viaggiato fra le rive più diverse perché non ho saputo né voluto fare altro. La riflessione antropologica è stata ed è il principale motore di questo viaggio. Tutto ciò mi ha portato di spostarsi fra letteratura, documentarismo, giornalismo, musica, comunicazione, progettazione come rotte dentro a uno stesso mare. Non sempre facile da attraversare. Ma questo, forse, è il bello. Oltreché una parte importante del senso.
Antropologo e musicista, insegnante nella scuola statale e per UniBg. L’esperienza della ricerca sul campo, iniziata con i primi anni ’80, troverà sintesi in varie pubblicazioni come U Sonu. La danza sull’Aspromonte Greco (Squilibri, 2007) e Sangue e onore in digitale – Rappresentazione e autorappresentazione della ‘ndrangheta (Rubbettino, 2010). L’interesse per il Mediterraneo centrale lo ha portato a partecipare all’animazione territoriale e alla progettazione nell’ambito di varie attività di valorizzazione delle culture locali con una speciale attenzione alla Calabria Greca. Significativo, sin dal 1979, il percorso internazionale di musicista con vari gruppi di rilievo fra cui Re Niliu, AFCL, Nistanimera
Il romanzo d’esordio di Ettore Castagna si staglia nel trapasso fra il Seicento e il Settecento, in un ambiente mediterraneo rurale e feroce, una sorta di Sud metafora di ogni Sud, un Mediterraneo epico e al contempo spietato. “Del sangue e del vino” ha un suo linguaggio che appare subito come pazientemente costruito, sintesi e mescolanza originale di italiano colto, dialetto, greco della Calabria.
La storia dipana la saga di tre generazioni che partono da una coppia di greci in fuga da una Creta a ferro e fuoco per l’invasione turca. Siamo nella seconda metà del Seicento e una nave veneta traghetta verso la salvezza due profughi, Dimitris e Agati verso la Calabria. Li accoglieranno i greci dell’Occidente e la storia si svilupperà con un ritmo avvincente fra avventura, magia, realtà e surrealtà. Il romanzo ha diversi registri narrativi e intreccia in modo originale la cadenza di una tragedia classica con il ritmo di un moderno thriller. Una Macondo del Sud accoglie chi legge nella sua parabola di elementi fantastici, bassezze morali, mondi infimi e aperture epiche. I protagonisti restano dall’inizio alla fine diversi ed orgogliosi della loro diversità cercando l’incontro con la loro verità come in ogni tragedia che si rispetti. E’ un eroismo sceso tra le persone qualunque e, dunque, universale.
Così è l’eroismo della figlia Caterina maga e maestra del telaio e del nipote Nino, cuore puro di un mondo primordiale. Possiamo definire “Del sangue e del vino” un percorso di redenzione, non solo dei protagonisti ma persino del lettore. Un romanzo storico che accende la luce su un’Italia diversa, su un Sud ancestrale capace di parlare in una dimensione narrativa nella quale ogni lettore può riconoscersi. Qui la verità è più forte di ogni giudizio. È la verità narrativa. Assoluta e definitiva.
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