«Gli animali comprendono istintivamente che per soddisfare le proprie esigenze hanno bisogno di vivere in armonia nel loro insieme e ambiente. E gli esseri umani, che stanno approntando l’Intelligenza Artificiale (IA)? Le macchine altamente intelligenti si prenderanno cura di noi come piccoli animali, al pari del nostro cane o gatto. Per cui è nostro dovere preoccuparci eticamente sulle questioni derivanti dall’IA: è la giustificata paura di essere sopraffatti da chi ora pensiamo di controllare»: lo scrive Giancarlo Elia Valori, ex grand commis, ora alla guida di Interntional world group e di Global strategic business, oltre che membro della fondazione Albertis e di Huawei technologies Italia. Il libro si intitola: Cyberspazio e intelligenza artificiale tra Occidente ed Oriente (Rubbettino). Le tante problematiche collegate dall’evoluzione dell’IA sono analizzate da vari punti di vista. A sospingere l’autore verso questo excursus su una materia tanto complessa e delicata è la convinzione che sarà utile conoscere bene la materia prima che sia troppo tardi. Elia Valori è anche un profondo conoscitore della situazione cinese (è docente emerito all’università di Pechino) e dedica un capitolo all’evoluzione della ricerca in quelle università, arrivando alla conclusione che sarebbe utile la convergenza degli sforzi tra Cina, Usa ed Europa, anziché una competizione che rischia di non riuscire a governare gli eventi. Scrive: «I pipistrelli usano le onde ultrasoniche per identificare il mondo, i serpenti usano i raggi infrarossi per trovare la preda e le megattere (cetacei) possono comunicare a centinaia di chilometri di distanza. Il mondo ai loro occhi è completamente diverso da quello degli uomini. Ciò che vediamo, sentiamo e annusiamo è solo cosa pensiamo, in quanto quello che i nostri sensi percepiscono è unicamente una minima parte di ciò che accade intorno a noi. Ossia non possiamo provare che il mondo visto da alcuni animali potrebbe non essere il mondo reale. Ora, se gli umani hanno la capacità di controllare la formazione e lo sviluppo della coscienza e iniettare una tale struttura di coscienza in una macchina umanoide guidata dalla stessa funzione neuronale, potrebbe esserci una situazione in cui né la macchina né gli uomini possono distinguere se l’altro è o non è una macchina o un umano». Quesiti che sono passati dalla fantascienza alla quotidianità. Elia Valori li mette in fila. E conclude con quello che definisce un paradosso: «Se l’uomo programma l’IA per la difesa dell’ambiente, l’Ia chi individuerà come il massimo nemico e pericolo per la distruzione della Terra? Ovviamente l’uomo, che la sta divorando e spolpando. Per cui il primo passo dell’IA per raggiungere l’obiettivo sarebbe l’eliminazione dell’uomo».