Un racconto di ricerca e di rinascita, degli infiniti modi di essere testimoni di un desiderio irrefrenabile di verità La vita, quella che inizia davvero, accade tra le pagine di A schema libero, la scoperta di nuove strade che conducono alla libertà, di un ricordo che non si lascia sbiadire e diventa un inizio diverso. In quello che è un romanzo corale, non c’è nient’altro al mondo di sovversivo di due esistenze sconosciute una all’altra messe davanti alla stessa storia, quando davanti al silenzio di suoni e di immagini della pagina scritta rivivono scene del passato, con il suo lamento lontano, e si propaga il presente, irruente nelle stanze della cronaca. Viene fuori una certa nostalgia, avvolgente, un tepore nostalgico dalle voci dell’enigmista e di Margherita che si incrinano in questo coro di carta, ispirate da una parte dai giorni del disincanto di un ex uomo dei servizi segreti, e dall’altra dagli sguardi pieni di speranza di una giovane donna, passionale e prigioniera del guscio vuoto della precarietà, ingenua a singhiozzi, come chi non riesce a visualizzare l’unico istante che vorrebbe attraversare in quel momento. Entrambi pedine dell’ineluttabile, ritratti al centro di un disegno finemente ricamato dall’ensemble di scrittura Lou Palanca. Sostenuta da una prosa delicata e limpida, con un lirismo quotidiano appena accennato nei ritratti di stagioni e di luoghi, di volti immersi in vicende sentimentali e congetture sociali e politiche, la narrazione si compie su uno sfondo di verità storica su cui ricamano gli autori, nulla di artefatto, solo la vita assaporata dai personaggi nel bel mezzo del sogno di ricordare, messaggio per noi soliti a dimenticare, a rimuovere, che scompigliati respiriamo fino in fondo una libertà conquistata a caro prezzo. La figura di Margherita emerge potente quanto fragile, quarantenne giornalista con il piglio dell’inchiesta, di certo bella e forse con i capelli lunghi e raccolti o indomabili, e negli occhi di sicuro lo scintillio di chi non trattiene legami con cui imbrigliare i giorni; eppure la sua terra le brucia dentro eccome, Soverato, il tipico paesino del meridione in bilico sul mare, che ne sta lì nei suoi ricordi e nei suoi ritorni piccolo villaggio sotto il peso del buio assoluto, a tratti austero e insensibile nei confronti di una figlia emigrata per necessità e per libera scelta insieme. Austera e insensibile come sua madre, comunque il suo paese più accogliente, nient’altro al mondo come lei, ventre dove tutto nasce e tutto ritorna. Margherita persa nell’ascolto di tormentate canzoni, impegnate o meno impegnate, d’amore e di dolore, e pare si senta che tutto quel dolore è necessario per rinascere, ma non le sofferenze dettate da una società malata che ha voluto negli anni la violenza dei moti di Reggio e in un balzo il suicidio tutto da chiarire della povera Orsola Fallara, e ancora di dolore in dolore tutto il sangue che scorre ancora per la strade del Sud martoriato da un mostro a più teste, ‘ndrangheta e politica e Stato, amalgama misterioso e inverno metropolitano.
«Si parte sempre da un sussurro esile per esplodere in gloria nei giorni della rinascita»
Ci sono soprattutto gli sconvolgimenti personali di questi naufraghi scampati alla tempesta, intimi e viscerali su scenari di inaspettata meraviglia e ferocia insieme, tra spiagge al tramonto e strade di cortei rivoluzionari neri più neri della notte. In questo viaggio d’inchiostro che esplora l’anima di una donna e l’anima di una storia nera dei colori del fascismo, ebbene accade la vita e la ricerca di verità insaziabile; Margherita desidera lottare anche se sente che la storia, con le sue mezze verità e le sue verità per finta e comodità, non sta dalla sua parte, la strada è buia ma lei viaggia leggera e rimane stupita dalla bellezza inconsapevole delle sue scoperte. Così ci sono pagine in cui si delinea l’esistenza di una catena potente e Margherita non è un anello debole, può rifiorire seppur fragile, piccola molecola in mezzo a un oceano di avvenimenti, lei che troverà la forza di reagire spingendo il romanzo verso pagine di un poliziesco noir. Una trama dove tutto diventa giallo azione e mistero, dove un po’ tocca al coraggio e alla follia procedere di soppiatto. A schema libero è un cruciverba di diverse pagine, un invito a risolvere questo intreccio di tempo e verità anche annaspando con uno spirito minuscolo e fragile come quello di una giovane donna che crede ancora si possa amare ovunque, che forse non ha la stoffa dell’amante e dell’eroina, ma verrà fuori come custode di una profonda sensibilità che si muterà inevitabilmente in inquietudine e in sospiro rivoluzionario. Si parte sempre da un sussurro esile per esplodere in gloria nei giorni della rinascita, per coniugare il futuro una rassicurazione sospesa per aria, sopra di noi, un minimo gesto, non altro, ripetuto e ripetuto, per scardinare una menzogna storica da un presente sordo e smemorato.
Altre Rassegne
- Il Quotidiano del Sud 2020.07.15
“A schema libero”, nel volume dei Lou Palanca la più lunga rivolta urbana dalla II guerra mondiale - zoomsud.it 2018.08.27
LETTURE ESTATE 18. A schema libero, Lou Palanca (Rubbettino)
di Francesco Russo - milanonera.com 2018.07.28
A schema libero – intervista a Lou Palanca
di Eleonora Aragona - Mr. Hopes Stories (blog) 2018.03.01
Attraverso le barricate - Libera Informazione 2018.01.27
A schema libero
di Redazione - TGR Rai Calabria 2018.02.03
Valerio De Nardo al TGR Calabria
di Redazione - Il Venerdì (La Repubblica) 2018.01.19
Boia chi molla e Lou Palanca. Per dire che c’era anche un’altra calabria
di Raffaele Oriani - collezioni di cielo blog 2017.12.12
E quindi uscimmo a riveder la storia
di Pasquale Allegro - il Quotidiano del Sud 2017.11.19
Il dipanarsi della memoria
di Simone Corami