Cento anni fa, il 15 giugno del 1920, nasceva, nel Rione Trastevere a Roma, Alberto Sordi, una delle maschere più celebri della cinematografia e dell’arte italiana. Comica e tragica, unica e riconoscibile, inimitabile, con la quale sono stati raccontati i pregi e soprattutto i difetti dell’italiano medio. Alberto Sordi è stato il volto dell’Italia che ha faticosamente tentato di rialzarsi dal dramma della guerra, dell’Italia spocchiosa negli anni della dolce vita, dell’Italia malinconica della crisi economica: da Oreste Jacovacci, il personaggio interpretato ne “La Grande Guerra” di Mario Monicelli, a Otello Celletti, “Il vigile” borioso con la divisa tirata a lucido, da Onofrio Del Grillo, il dandy scherzoso in fuga dalle responsabilità del titolo nobiliare, a Nando Moriconi, il borgataro sognatore che si tuffa in un piatto di maccheroni.
Uno dopo l’altro, Sordi ha incarnato il volto dell’Italia più vera, film dopo film, quasi duecento da quando, ragazzino, si era proposto come comparsa a Cinecittà. La svolta arriva quando, grazie alla sua voce baritonale, viene scelto per doppiare Oliver Hardy, del duo comico Stanlio&Ollio. Proseguirà nell’attività di doppiatore fino alla metà degli anni Cinquanta: in un’occasione, (“Domenica d’agosto” del ’50) presta la voce anche a Marcello Mastroianni. Attraversa poi la fase del varietà accumulando un’esperienza che verrà sublimata in una delle sue pellicole più celebri e amate: “Polvere di Stelle” con Monica Vitti.
L’italiano medio
In radio dà vita a personaggi memorabili come quelli de “I compagnucci della parrocchietta” e Mario Pio (“..con chi parlo con chi parlo io..”) che troverà anche nuova vita in “Gran Varietà” di fine anni 60. Negli anni Cinquanta la sua popolarità cinematografica esplode. Per l’amico Federico Fellini diventa una star dei fotoromanzi ne “Lo sceicco bianco” e poi l’immaturo Alberto de “I vitelloni”. In tutto il decennio dà vita al personaggio definito, forse con un po’ di leggerezza, “l’italiano medio”, incarnato da Nando Moriconi, che mescola romanesco e inglese, prima nel corale “Un giorno in pretura”, poi, protagonista, in “Un americano a Roma” (1954) e diventa passo dopo passo un pezzo della storia di questo Paese: borghese, nobile, arrivista, ingenuo, fanfarone, borgataro, industriale.
La trilogia della Guerra
Negli anni ’60 Sordi è protagonista tra gli altri, dei film che compongono la “Trilogia della guerra”, secondo molti (con l’interpretazione, vent’anni più tardi, in “Un borghese piccolo piccolo”), il punto più alto della sua carriera: “La grande guerra” (con Vittorio Gassman, regia di Mario Monicelli), “Tutti a casa” (regia di Luigi Comencini) e “Una vita difficile” (di Dino Risi). Il racconto della storia del Novecento prosegue con altri due film entrati nell’immaginario popolare, entrambi del 1968: “Il medico della mutua” di Luigi Zampa (che, con il sequel che aveva ancora come protagonista il dottor Guido Tersilli provocò le ire della categoria dei medici e ancora oggi ha una carica di denuncia sociale altissima) e “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico scomparso in Africa?”, diretto da Ettore Scola.
Sordi regista
Ci sono poi i 19 film diretti dallo stesso Alberto Sordi, tra cui spicca, oltre a “Polvere di stelle” del 1973, “Fumo di Londra” del ’66, la sua opera prima, accompagnato dalla struggente colonna sonora di Piero Piccioni. Nell’ultima parte della sua carriera, Sordi ha regalato opere di larghissima diffusione come “Il marchese del Grillo” del 1981 di Mario Monicelli (“Perché io so io, e voi nun siete un c…”, la battuta più celebre e rappresentativa del personaggio) ad altre come “Il tassinaro” (nel suo taxi dove prendeva a bordo anche Giulio Andreotti), insieme a “In viaggio con papà” (con Carlo Verdone) e “Tutti dentro”, capace di prefigurare con quasi un decennio di anticipo il clima e le vicende di Tangentopoli.
La vita privata
Alberto Sordi ha girato e diretto decine di pellicole offrendo mille volti ma nascondendo il suo, asserragliato nella sua villa a un passo dalle Terme di Caracalla, dove viveva dal ’58, con la sorella Aurelia. Non si è mai saputo molto della sua vita privata. L’unica relazione ufficiale è stata quella iniziata nel 1942 e durata nove anni con la collega Andreina Pagnani, 14 anni più di lui (22 Sordi, 36 lei). “Non mi sposo – amava ripetere – perché non mi piace avere della gente estranea in casa”. Anche se, Pippo Baudo, suo grande amico, rivela nel libro “Alberto Sordi segreto” di Igor Righetti che negli ultimi anni era profondamente rammaricato di non essersi sposato e mi confessò che era stato il più grande errore della sua vita”.
“Questo rimpianto per non essersi sposato – racconta Righetti – lo confidò anche a mio padre Alessandro, suo cugino. Nel periodo della malattia si sentiva irrealizzato nella sua vita più intima. Impossibilitato a continuare a lavorare aveva preso consapevolezza di aver vissuto per inseguire la sua grande passione professionale ma che, terminata la vita artistica, non aveva costruito affetti veri”, “diceva che nella sua casa non c’era mai stato il sorriso di un bambino” e “dopo aver costituito la Fondazione per gli anziani e quella per i giovani artisti con poche possibilità economiche, l’apertura dell’orfanotrofio sarebbe stato il compimento della sua grande generosità umana”.
Tra le sue passioni, scopriamo tra le pagine, c’erano la Nutella e il Campari Soda, tra i suoi rimpianti, oltre alla moglie mancata, l’Oscar mai ricevuto. Sordi era un generoso e tra le tante cose che non amava ostentare ci sono anche tanti gesti di solidarietà e sostegno ai più umili. Ai parenti diceva: “I vostri ricordi con me e con i nostri cari, raccontateli soltanto quando sarò in ‘orizzontale’. Allora mi farete felice perché sarà anche un modo per non farmi dimenticare dal mio pubblico che ho amato come fosse la mia famiglia e per farmi conoscere alle nuove generazioni”.
L’addio
La sua ultima apparizione pubblica ebbe luogo in video durante una serata organizzata in suo onore al Teatro Ambra Jovinelli di Roma il 17 dicembre 2002. La sua ultima commovente parola rivolta al pubblico fu semplice e malinconica: “Addio”. Morì per un tumore ai polmoni il 24 febbraio del 2003. Alle sue esequie, svoltesi il 27 febbraio nella Basilica di San Giovanni in Laterano, parteciparono oltre 250.000 persone. Altrettante erano andate a rendergli omaggio alla camera ardente allestita in Campidoglio, dove, per i suoi 80 anni, era stato “sindaco per un giorno” indossando la fascia tricolore.
I premi
Lunghissimo sarebbe l’elenco di tutti i riconoscimenti ottenuti da Albertone nella sua carriera. Segnalando solo i maggiori, in campo internazionale spiccano il Leone d’oro alla carriera ottenuto alla Mostra del cinema di Venezia nel 1995, l’Orso d’argento a Berlino come migliore attore nel 1972 per “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy, il Golden globe come migliore attore in una commedia nel 1964 con “Il diavolo”, di Gian Luigi Polidoro (Orso d’oro a Berlino l’anno prima), e due nomination ai Golden globes: nel 1963 per “I due nemici” di Guy Hamilton e nel 1966 per “Quei temerari sulle macchine volanti”, di Ken Annakin. In Italia, ottenne 7 David di Donatello, più tre premi speciali, e 4 Nastri d’argento, più due premi speciali.
La Rai per Alberto Sordi
Sabato 13 giugno in prima serata su Rai3, alle 21.45, va in onda Un italiano in America, film del 1967 che Sordi ha diretto e interpretato accanto a Vittorio De Sica. Rai1, in seconda serata, trasmette Un italiano come noi, documentario sulla vita e la carriera di Sordi, diretto da Silvio Governi e con interviste a Ettore Scola, Gigi Magni, Carlo Verdone e Giovanna Ralli, tra gli altri. Su Rainews 24, un ampio spazio nella rubrica Tuttifrutti. Domenica 14 giugno su RaiNews24, va in onda uno speciale pomeridiano condotto in studio da Laura Squillaci con ospiti e documenti (in replica anche lunedi’ 15 giugno). Su Rai3, alle 20 Blob dedica una puntata speciale realizzata da Paolo Luciani e Cristiana Turchetti, al genio interpretativo di Alberto Sordi, il più “italiano” degli attori italiani. Su Rai1 alle 23.40 lo Speciale Tg1 Albertone per sempre ricorderà, attraverso interviste a Carlo Verdone, Walter Veltroni, Enrico Vanzina e Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli e Paola Comin la straordinaria carriera dell’attore romano. Lunedì 15 giugno andrà in onda su Rai Storia uno speciale di Rai Cultura nell’ambito de Il giorno e la Storia (a mezzanotte e 5 minuti e, in replica, alle 5.30, 08.30, 11.30, 14.00 e alle 20.10). Su Rai1 la staffetta del ricordo comincerà alle 7.45 con la striscia “Insieme con – La Rai per il Sociale” che svelerà un Sordi inedito, un uomo generoso e dedito, con estrema discrezione, alla beneficenza. Il racconto in un’intervista realizzata anni fa da Paola Severini Melograni con il grande attore romano. Su Rai Movie, alle 10.20, in onda il capolavoro di Federico Fellini “I Vitelloni” con Alberto Sordi, Franco Fabrizi, Franco Interlenghi mentre su Rai Storia, alle 12.30, è proposto il film “Un eroe dei nostri tempi” (in replica sabato 20 giugno alle 17.05) per la regia di Mario Monicelli, musiche di Nino Rota, con Alberto Sordi, Franca Valeri e Giovanna Ralli. La prima serata di Rai Premium, alle 21.20, sarà dedicata a In nome del popolo sovrano per la regia di Luigi Magni, con Alberto Sordi e Nino Manfredi. A seguire, alle 23.20, il documentario Alberto Sordi – Un italiano come noi. RaiPlay offrirà una selezione di dodici film – da Fumo di Londra a Troppo forte – oltre alla recente fiction Permette? Alberto Sordi. Pubblicherà inoltre Storia di un italiano (una collezione di testimonianze e i ricordi di quanti hanno conosciuto questo gigante della commedia all’italiana) e Sordi, un italiano a Roma (una collezione di materiali delle Teche che raccoglie le più significative partecipazioni di Alberto Sordi alle trasmissioni Rai). Sabato 20 giugno la prima serata di Rai3 riproporrà Troppo forte, il film che vide Alberto Sordi recitare sotto la direzione del suo grandissimo fan Carlo Verdone. Su Rai5, alle 21.15, una serata evento con la trasposizione teatrale di uno dei film più importanti nella carriera di Sordi, Un borghese piccolo piccolo. Tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami, con Massimo Dapporto. Domenica 21 giugno su Rai3, alle 18, andrà in onda il documentario Alberto Sordi, prodotto da Rai Cultura all’interno della serie Italiani. Ma l’omaggio al centenario della nascita di uno dei più grandi attori del nostro cinema non si esaurisce qui. Nel corso della stagione estiva, Rai3 proporrà un ampio ciclo di film interpretati da Alberto Sordi. Tra questi l’indimenticabile “I nuovi mostri”.
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