Da Il Quotidiano del Sud – Basilicata del 11 giugno
“Nonostante fosse lontano, aveva con sé quelle figure di donne e uomini che si stagliavano davanti agli occhi e gli raccontavano di quando il sentimento era un dono da vivere e da custodire serenamente e mai per fini loschi; aveva il paesaggio che si sfogliava nel suo cuore con colori indimenticabili e sempre freschi, aveva racconti di contadini, di operai, di casalinghe, di ragazzi, di animali che aprivano la vita verso atmosfere vissute…”. E nonostante lo scrittore Dante Maffia non viva più nella sua Calabria, il legame è sempre stretto e profondo, tanto da dedicare alla sua terra il romanzo “Monte Sardo”, edito da Rubbettino. L’ultimo lavoro del noto e apprezzato poeta, scrittore e saggista è stato presentato nella sala Ragazzi della biblioteca provinciale a Matera. L’evento è stato organizzato dall’associazione “Matera poesia 1995”, in collaborazione con la Libreria dell’Arco. All’incontro, moderato dalla giornalista Mariangela Lisanti, erano presenti, oltre a Dante Maffia, il presidente dell’associazione Maria Antonella D’Agostino, il docente di Letteratura straniera Mario Lettieri, lo storico e critico letterario Giovanni Caserta e la poetessa Antonella Radogna, che ha intervallato i vari interventi con la lettura di alcuni brani del libro. E’ emerso, attraverso le considerazioni della D’Agostino e del professore Lettieri, che le vicende di un piccolo paese dell’Alto Jonio cosentino, dove è ambientato il romanzo, sono “storie universali” con un vasto scenario sul quale si compiono azioni di una quotidianità antica e attuale. «Il romanzo – ha spiegato, invece, il professore Caserta, – si sviluppa su due linee narrative: da una parte c’è il racconto in terza persona, dall’altra, capitolo per capitolo, contadini, braccianti e piccoli commercianti commentano gli eventi. Il romanzo, con la sua ampia parabola storica, è, in fondo, il libro di una vita, sia perché percorre una intera esistenza individuale e collettiva, sia perché vi è calato tutto il mondo di Dante Maffia». E’ stata la volta dello scrittore che, raccontando le “pagine” del suo libro, ha offerto spunti e riflessioni al numeroso pubblico presente, affermando che chi scrive dovrebbe incidere con le sue parole sul cuore e sulle menti dell’uomo e restare un punto fermo anche dopo il suo tempo. «Come ho scritto in questo romanzo – ha spiegato Maffia – il lievito della bontà, delle belle azioni, della cultura e della poesia non si perde mai e sa diventare abbraccio eterno ricco di germogli. In ogni pagina dei miei libri ci sono gli affetti familiari, che per amore della letteratura, forse, ho trascurato. Ho posseduto, però, tanto amore e tanta poesia da poter abbracciare per secoli l’universo intero». Già docente di Letteratura all’Università di Salerno, Maffia è autore di numerosi libri molto apprezzati dalla critica; tra gli innumerevoli premi, nel 2004 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito della medaglia d’oro come benemerito della Cultura, e nel 2010 è stato insignito dal Consiglio dei Ministri del premio Matteotti per la narrativa italiana. In favore dello scrittore si è istituito un comitato per l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura.
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