“Esiste una sola razza: quella umana”. Quando Vitaliano Fulciniti, autore del saggio “Dall’accoglienza all’integrazione. L’esperienza del Cara Casa del Regional Hub Sant’Anna in Calabria” (2020, Rubbettino) ha scaldato i cuori del folto pubblico presente sabato scorso nel salone delle feste di palazzo Amaduri di Gioiosa Ionica.
Ha raccontato, stimolato dalle domande del giornalista Pasquale Muià, la sua esperienza di direttore del centro di accoglienza rifugiati e richiedenti asilo più grande della Calabria. Quattordici mesi vissuti da autentico servitore dello Stato illuminato dalla fiaccola dell’umanità, che gli ha permesso di trasformare – e non è un mero espediente semantico – il “cara” in una vera e propria casa per chi scappava da situazioni di guerra, carestia e da tutto il brutto di una vita di chi nasce nella parte “sbagliata” del pianeta.
“Ereditai – ha spiegato Fulciniti – una situazione difficile dopo la bufera giudiziaria e i dipendenti che quando mi vedevano sparivano perché, accusato di arricchirsi con i “niri” mi prendevano per un tagliatore di teste. Poi, col passare dei giorni, la situazione cambiò e ritornò la fiducia, specie nella mia persona. Insieme a loro ho combattuto una meravigliosa battaglia, checchè ne dicano i vari “leoni da tastiera”. Certo, non mancarono i momenti difficili, come quelli conseguenti all’uscita del decreto “Salvini” che mi costrinsero a mettere alla porta 25 ospiti, ma io cercai in tutti i modi di portare l’allora ministro dell’Interno in quella struttura di Isola Capo Rizzuto per fargli vedere quel modello di accoglienza e integrazione in virtù del quale il “Cara” si è trasformato in “cura”, in “casa” tanto che gli stessi ospiti cominciarono a curarlo di più e molti ebbero modo di realizzarsi nei vari laboratori avviati e nei tanti progetti. Oggi posso dire che non esistono divisioni che non si possono superare– ha concluso Fulciniti – e dopo quei 14 mesi in cui più che dare ho ricevuto tantissimo, sono diventato un uomo migliore”.
Un caloroso applauso ha salutato l’intervento dell’autore del libro presentato sabato scorso nella manifestazione organizzata dal club per l’Unesco di Gioiosa Ionica presieduto da Nicodemo Vitetta, col patrocinio della locale amministrazione comunale e la preziosa collaborazione del Lions club “Mediterraneo” presieduto da Giuseppe Veraldi e del capitolo “Pallade” dell’ordine “Stella d’oriente” presieduto da Cesarina Madia.
Dopo l’introduzione si è registrato l’intervento appassionato della poetessa e scrittrice Bruna Filippone che ha anticipato molti interventi del pubblico presente, composto in larga parte da scrittori e appassionati di cultura e attualità. Molto significativo l’intervento del sindaco Salvatore Fuda che prima del saluto dell’assessore comunale alla Cultura Lidia Ritorto ha invitato Fulciniti a prendere contezza del lavoro degli operatori dell’ex Sprar di Gioiosa Ionica. Un invito che l’autore ha accolto di buon grado, mentre lo stesso Fuda ha ricordato come l’attività di accoglienza e integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo risponda ai valori fondanti della nostra Costituzione.
Prima dei saluti, il pittore Luigi Raffaele (in arte “Rafael”) ha mostrato l’opera dipinta dal vivo e ispirata ai contenuti dell’iniziativa in cui i valori di umanità sono simboleggiati da un cuore in primo piano.
Insomma, si è trattato di un pomeriggio molto bello e partecipato, che ha acceso i riflettori su un tema troppo spesso vittima di strumentalizzazioni politiche e polemiche di bassa lega e che invece è stato affrontato con grande competenza e umanità.
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