Giovanni Ialongo e la riforma del sistema postale italiano
a cura di Bruno Bottiglieri
Da Il Tempo del 25 gennaio
La storia degli ultimi cinquant’anni di quella che è diventata la più grande azienda italiana per numero di dipendenti, il Gruppo Poste, ripercorsa attraverso gli interventi e gli scritti (con un corredo di foto) di chi di quella storia è stato testimone e protagonista. In «Cambiamento e leadership. Giovanni Ialongo e la riforma del sistema postale italiano» a cura di Bruno Bottiglieri (Rubbettino, euro 12), viene descritta quella che Valerio Castronovo definisce una «rivoluzione silenziosa». È la storia della metamorfosi di un’azienda identificata dalla collettività come carrozzone pubblico, in una realtà competitiva che sta per quotarsi in Borsa. Giovanni lalongo, ora presidente di Postel, ha vissuto, con diversi ruoli questa mutazione radicale, dagli esordi come fattorino telegrafico sino alla massima responsabilità nel sindacato dei postelegrafonici della Cisl, poi al vertice dell’Ipost per finire a presidente del Gruppo Poste Italiane. Fu una vera e propria rivoluzione quella iniziata durante il mandato di Corrado Passera e proseguita dal 2002 da Massimo Sarmi di concerto, dal 2008, con il presidente Ialongo, perchè furono introdotte innovazioni di notevole portata quali quella tecnologica, di processo e di prodotto. Una metamorfosi a cui Ialongo contribuì in modo sostanziale. Grazie alla lunga esperienza sindacale e alla profonda conoscenza dell’azienda (la sua storia è quasi un modello generazionale di chi partito dal basso, assunto a 18 anni, raggiunge i vertici dell’azienda), Ialongo è stato una figura centrale nella modernizzazione di Poste. Come segretario dei postelegrafonici e al vertice della Federazione Postelegrafonici Cisl, riconobbe il ruolo importante che il sindacato poteva giocare nel rinnovamento di Poste e nella modernizzazione del prodotto. Come presidente di Ipost, l’istituto di previdenza, accorciò i tempi di erogazione delle pensioni con la liquidazione immediata. Fu l’anticipo di quel «Piano qualità» che poi sviluppò come presidente. Ialongo favorì relazioni industriali collaborative tra l’azienda che presiedeva e i sindacati e mise al centro i temi della formazione del personale e della qualità dei servizi. Si oppose alla logica dello «spezzatino» e riuscì ad imporre la strategia dell’unitarietà dell’azienda. Su questa base l’Ad Francesco Caio ha portato Poste alla quotazione, un traguardo non riuscito ai suoi predecessori.
di Laura Della Pasqua
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Dal risanamento alla quotazione la rivoluzione silenziosa di Poste
di Laura Della Pasqua