La campagna d’azione dei diversamente abili dentro Forza Italia non inizia con la campagna 2018 inaugurata dalle signore Gelmini e Polverini e nota come “Adotta un Grillino” già gloriosa pratica conosciuta come Mercato delle Vacche, ma risale al 1994 ai tempi del primo governo Berlusconi. Quello del milione di posti di lavoro che nessuno ha mai visto. Proprio quello.
Protagonista di quella prima disgustosa operazione fu, suo malgrado, Antonio Guidi, politico, neurologo e accademico italiano, deputato per Forza Italia dal 1994 al 2001 al quale venne dato l’onore della poltrona di Ministro per la Famiglia (e Giovanardi già ululava) salvo poi ignorare ognuna delle sue richieste, ognuna delle sue proposte, trattandolo come il due di bastoni se a briscola c’è denari, fino allo sfinimento di Guidi che lasciò la vita politica attiva dopo l’esperienza che è lo stesso Guidi a raccontare in una sua autobiografia:
«… pur essendo uno dei personaggi governativi più forti e popolari per tutto quello che stavo facendo, in questo rimpasto fui l’unico a non essere riconfermato. Avevo pagato cara forse la mia difesa estrema dei diritti di dignità e di cittadinanza dei cosiddetti ‘matti’, e la mia affermazione che mi sarei dimesso se non fosse stato approvato il Fondo nazionale per i disabili non autosufficienti (…) A mezzanotte giunse la telefonata di Silvio Berlusconi, che cercò di giustificare con argomentazioni futili la mia rimozione. Dalla pochezza delle sue parole capii che non c’era più rispetto per la mia persona e per il lavoro che avevo prestato dal 1994 al 2006. Diverse persone mi avevano sempre detto che il ‘buon Silvio’ mi stava utilizzando come foglia di fico per il sociale, per le mie competenze e per il mio essere socialista, ma io avevo sempre escluso questa ipotesi, l’avevo sempre difeso. Dopo quel fatto, non per aver perso il posto ma per la brutalità della mia esclusione e per gli anni di silenzio successivi, compresi che forse non avevano poi tanto torto”.»
E’ un estratto dall’autobiografia di Antonio Guidi pubblicata per Rubettino Editore. A Forza Italia della Sla dell’ex grillino dentro il quale il ministro del Lavoro vuole vedere chiaro – auguri! – non interessa nulla che non vada al di là delle intenzioni di un momento e della promessa di un futuro interessamento fondi permettendo e/o di una eventuale poltroncina quando il ministro dell’Interno deciderà di far saltare in aria il governo pentaleghista per tornare tra le forti braccia di papà Berlusca. Temiamo che Matteo Dall’Osso, novello forzista con in testa un’idea meravigliosa accolto con “soddisfazione” e calorosi auguri “di buon lavoro al nuovo collega”, sia cascato dalla padella nella brace.
Lo conferma un incauta testimonianza della bocciatura di un suo emendamento “che stanziava delle risorse per la disabilità proprio in ricorrenza della Giornata Internazionale della Disabilità” che ha dato la stura alla decisione di “avvicinarsi a Forza Italia riconoscendo in questo partito valori di libertà e solidarietà sconosciuti ai 5stelle”.
Matteo Dall’Osso (in alto nella foto Ansa/Giuseppe Lami), accecato dall’umiliazione, deve avere perso qualche fotogramma di un film lunghissimo che la dice lunga sui “valori di libertà e solidarietà” di Forza Italia. Certo è che bisogna sempre considerare da dove si viene. Nel caso può sempre chiedere ad Antonio Guidi, un esperto nel campo. Dentro Forza Italia conta un solo pensiero: quello di Berlusconi. Speriamo qualcun l’abbia detto all’ex pentaleghista.
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