«Zero al Sud». È un best-seller il libro sul federalismo fiscale di Marco Esposito, il giornalista economico che gira l’Italia in camper per raccontare come il federalismo fiscale penalizzi il Mezzogiorno
Settanta le presentazioni già fatte da Verona a Palermo e altre venti in programma per il prossimo autunno. Non riesce quasi più a seguire il successo travolgente del suo libro, il giornalista economico Marco Esposito che gira l’Italia in camper (un Laika serie X del 2006) per raccontare agli italiani – specie a quelli del Sud – come dietro l’attuazione del federalismo fiscale (di quello già realizzato non dell’autonomia differenziata) si sia giocata una partita truccata che ha finito per penalizzare i Comuni dell’Italia meridionale.
Perché le sue non rimanessero parole al vento, Esposito ha pubblicato con Rubbettino un libro dal titolo assai eloquente: «Zero al Sud. La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale» con la prefazione del noto economista Gianfranco Viesti, notoriamente non incline ad assecondare il “lamentismo” di certa intellettualità meridionale.
La tesi del libro è sostanzialmente questa: lo Stato invece di costruire gli asili nido o i binari dove mancano ha stabilito che, nei territori di tipo “B”, il fabbisogno è zero. Ha dimezzato pertanto la perequazione dove la Costituzione garantiva che fosse “integrale” aprendo così la strada al federalismo differenziato, con maggiori autonomie, risorse e diritti nelle Regioni ricche.
Che fare adesso?
Abbiamo chiesto a Marco Esposito di offrire qualche suggerimento al nascente governo:
«Qualche esponente del nascente governo ha affermato che il regionalismo differenziato va attuato con equità. Giusto. E allora va fermato il progetto attuale – che di equo non ha proprio nulla – per correggere intanto alcune storture del federalismo che c’è: quello per i Comuni. Ne cito due: la perequazione deve coprire integralmente (lo dice la Costituzione) la differenza tra fabbisogni ed entrate per dare a ciascuno le somme corrette. Oggi invece il fondo di solidarietà comunale si limita al 50% di quanto dovuto. La seconda: vanno cancellate le regole che legano i diritti alla residenza, una formula perversa introdotta nel 2017. Faccio un esempio: Salerno fino al 2016 aveva una spesa riconosciuta per disabili e anziani non autosufficienti pari a 18 milioni. Dal 2017 la somma è crollata a 11 milioni. Perché? Forse Salerno spendeva troppo? Non offre servizi di qualità. No. La spesa è corretta e i servizi sono adeguati. Ma dal 2017 si è introdotta una “variabile territoriale” e quindi Salerno, come centinaia di altri municipi del Sud, è stata penalizzata per una ragione che fa venire i brividi solo a pronunciarla: quei disabili e quegli anziani non autosufficienti hanno la colpa di essere residenti nel Mezzogiorno».
E intanto il libro “vola” in libreria e su internet senza incassare critiche, smentite o tentativi di rettifica. Segno evidente che l’autore ci ha visto giusto.
Di cosa parla il libro «Zero al Sud»
Facciamo una seduta segreta come in Commissione antimafia”. Cosa aveva da nascondere Giancarlo Giorgetti? I dati, da lui stesso definiti “scioccanti”, del taglio della solidarietà per servizi sociali, asili nido, trasporti locali ai Comuni in difficoltà del Sud. Lo rivela Marco Esposito in “Zero al Sud” (Rubbettino Editore, 212 pagine, 14 euro), “la storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale”. In un crescendo di episodi, tutti documentati, il giornalista del “Mattino” Esposito svela come il federalismo fiscale, nato per premiare efficienza e trasparenza, stia mutando in un meccanismo tortuoso, oscuro e ingiusto, la cui attuazione graduale si completerà nel 2021. La perequazione, che per Costituzione deve essere integrale, è stata trasformata nell’”integrale finanziamento del 45,8%” di quanto dovuto. Il calcolo dei fabbisogni standard si è attuato con la conferma dei servizi o disservizi storici per cui se in un municipio non ci sono asili nido, mense scolastiche o trasporti pubblici locali il fabbisogno assegnato è zero in base all’incredibile principio che se l’autobus non passa o l’asilo manca o la mensa chiude vuol dire che a quei cittadini non serve. E ancora: per misurare il corretto livello di servizi sociali per disabili e anziani non autosufficienti si è prima calcolato il reale fabbisogno della popolazione, ma poi nei territori del Sud dal 2017 si è ridotto l’importo assegnato in base a un trucco di stampo razzista, una variabile “fantoccio” la cui unica traduzione possibile diventa: spetta meno perché “è in Campania”, “è in Puglia”, “è in Calabria”.
«Zero al Sud», con linguaggio comprensibile e diretto, mette i sindaci, i governatori, i parlamentari e la classe dirigente dell’Italia tutta di fronte a un quesito centrale in tempi di autonomia regionale differenziata: è questa l’Italia che vogliamo?
Marco Esposito, napoletano, 55 anni, giornalista, ha lavorato a “Milano Finanza” (1991-93), la “Voce” di Indro Montanelli (1994-95), “Il Messaggero” (1996) e “la Repubblica” (1997-2000). Nel 2000 torna nella sua città, come responsabile Economia del “Mattino”. Dal 2011 al 2013 è assessore alle Attività produttive nel Comune di Napoli. È autore di Chi paga la devolution?, Federalismo Avvelenato e Separiamoci. Le sue inchieste sulle iniquità nell’attuazione del federalismo non hanno mai ricevuto smentite.
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