In “Storia e cultura dei Brettii”, il prof. Pier Giovanni Guzzo, storico e Accademico dei Lincei, evidenzia come i Brettii siano stati presenti in maniera diffusa in Calabria. L’autore, a tal fine, esamina il periodo che va dal IV sec. a.C. all’espansione romana nel sud Italia. L’attenzione sui Brettii è stata offuscata dall’interesse per le popolazioni di origine greca e per la dominazione romana e il libro, dovuto “all’amichevole insistenza” dell’editore, Florindo Rubbettino, ha il pregio di riportare l’attenzione su una parte importante della storia calabrese.
I Brettii sarebbero stati, secondo lo storico Diodoro, degli schiavi fuggitivi e, secondo Strabone, pastori ribelli, derivati dai Lucani. Il professore Pier Giovanni Guzzo, già dagli anni ’80, si era interessato alla sorte di questa popolazione e il recente studio rappresenta un’importantissima e precisa raccolta di rapporti intercorrenti tra fonti storiografiche ed evidenze materiali, collocate in un preciso rapporto temporale e spaziale. Il testo è corredato di mappe topografiche e da un’attentissima bibliografia, oltre a rappresentare una ricostruzione attenta delle evidenze archeologiche che tiene conto di ogni elemento riferibile alla popolazione brettia.
Molto importante è proprio il respiro territoriale che viene dato allo studio, con attenzione alla forma istituzionale dei Brettii e alla distribuzione degli stanziamenti in cantoni.
La Calabria è stata sempre una regione povera, difficile da percorrere, che non ha mai avuto grandi concentrazioni urbane. L’insieme della regione non aveva una sua identità particolare neanche nel periodo storico affrontato dall’autore e ciò è causa della forma istituzionale della popolazione brettia, come scrive proprio l’autore:
l’articolazione geomorfologica della Calabria ha favorito, forse più che costretto, la distribuzione per “ cantoni” del popolamento brettio: così che una tale dispersione può essere considerata sia causa sia effetto di un’organizzazione comune (confederale) assai lasca, se non inesistente, almeno in alcuni periodi cronologici.
La derivazione dagli Enotri e dagli Italici presannitici è una delle teorie che gli storici avanzano, mentre l’ipotesi che Brettii significhi schiavi fuggitivi non sarebbe spiegabile, considerando che i Brettii stessi stampavano il loro nome sulle monete, ciò vuol dire che era un etnomino che i Brettii e gli stessi alleati consideravano positivo.
L’indipendenza proclamata nel 356 a.C. dei Brettii dai Lucani e l’organizzazione di una confederazione in cantoni non è sostenuta da testi epigrafici, ma i Brettii sono entrati in conflitto con città magnogreche, cercando di conquistare territorio per passare dall’economia pastorale a quella agricola, e sono entrati in conflitto con l’impero romano, soccombendo.
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