“La pozza del Felice”: un romanzo di montagna e silenzi di Fabio Andina (CiaoComo.it)

di Lorenzo Canali, del 15 Gennaio 2019

È un romanzo di montagna e di montanari, di vette e di silenzi, di solidarietà e solitudini il nuovo romanzo di Fabio Andina, scrittore ticinese che esce in libreria in questi giorni per Rubbettino editore.“La pozza del Felice”, questo il titolo, e il Felice è un personaggio realmente esistito, conosciuto dall’autore che, di ritorno dall’America dove era stato per apprendere i mestieri della scrittura cinematografica, aveva deciso di rifugiarsi in una casa di montagna di proprietà della famiglia.

«Durante quei tre anni – racconta Andina, laureato in cinema a San Francisco, poeta e scrittore con una menzione al Premio Chiara – io e il Felice trascorrevamo molto tempo assieme: si cenava assieme, si camminava assieme, si andava al bar assieme, si chiacchierava poco. Il Felice non apriva la bocca tanto per dire qualcosa. Andavamo d’accordo perché eravamo molto simili: taciturni, grandi camminatori, amanti di una vita minimalista, fatta di poche cose, pochi oggetti, e amanti di riti e rituali vecchi che stanno andando scomparendo».

Anche la “pozza del Felice” esiste davvero. Ma cos’è questa pozza, e perché il Felice aveva l’abitudine di immergervisi? «Dalla morte del Felice – continua Andina – tutte le volte che salgo in baita vado a immergermi nella pozza. Dista 45 minuti a piedi dalla mia baita. Lo faccio per sentirmi vicino al Felice, perché lo stargli vicino per quei tre anni mi ha cambiato la vita: ora, sono sempre più alla ricerca dell’essenziale. Mi sto liberando di tutte quelle zavorre inutili che la vita ci attacca al piede».

Ambientata in una valle remota delle Alpi svizzere, tra l’immensità delle vette che la sovrastano, “La pozza del Felice”  rimanda all’incantato dei silenzi montani, alle pinete oscure, ai crepacci innevati, un mondo selvaggio che s’intreccia alla vita del protagonista, un vecchio di nome Felice, un vecchio schivo ed enigmatico, e agli altri personaggi aspri, generosi, schietti e leali. Da questa vicenda che mette insieme il legame con i luoghi, con la terra, e con la propria anima, da questa storia che sa di elementi primordiali che riprendono prepotentemente vita all’interno della propria esistenza viene fuori un romanzo delicato, essenziale in cui ognuno può ritrovare un pezzo di sé che credeva irrimediabilmente perduto.

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