Fu assassinato dai servizi segreti sovietici nel 1959 e molti oggi in Ucraina lo considerano un martire. Ma Stepan Bandera, come illustra Marco Fraquelli nel libro L’eroe criminale (Rubbettino, pp. 188, euro 16), è una figura che presenta enormi zone d’ombra. Leader del nazionalismo ucraino, fautore di un’ideologia affine al fascismo, cercò di allearsi con il Terzo Reich contro l’Urss e fu internato in Germania solo perché Hitler non voleva concedere l’indipendenza al suo Paese. Per giunta i suoi seguaci si macchiarono di orribili atrocità contro gli ebrei e i polacchi, anche se va riconosciuto il coraggio con cui resistettero a Stalin per diversi anni dopo la fine della guerra.