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Vittorio Emanuele Orlando: lo scienziato, il politico e lo statista

Cartaceo
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Introduzione di Marcello Pera.

Scienziato della politica, maestro di diritto, illustre parlamentare, grande statista, grande avvocato, Vittorio Emanuele Orlando merita riconoscenza per una vita spesa per l’Italia.
C’è qualcosa di prodigioso nell’ascesa del giovane deputato di

Introduzione di Marcello Pera.

Scienziato della politica, maestro di diritto, illustre parlamentare, grande statista, grande avvocato, Vittorio Emanuele Orlando merita riconoscenza per una vita spesa per l’Italia.
C’è qualcosa di prodigioso nell’ascesa del giovane deputato di Partinico , dunque un“uomo nuovo” della politica italiana , a ministro della Pubblica Istruzione nel 1903. Secondo consuetudine, per un deputato alla seconda legislatura e senza essere stato sottosegretario non era possibile ricoprire un incarico ministeriale, per di più di quella importanza.
Animato da sincero spirito religioso, egli fu come in molti altri campi difensore della sovranità dello Stato, ma sensibile alle istanze della società.Come ministro dell’Interno seppe far fronte alla crisi che precedette Caporetto senza che mai venissero meno le garanzie costituzionali, ed anche durante il prosieguo della guerra esercitò la sua leadership senza mai rompere l’indissolubile binomio della sicurezza dello Stato e della libertà dei cittadini.
Oppositore strenuo del fascismo, per non giurare fedeltà al regime nel 1931 chiese il prepensionamento dall’Università che lo aveva visto docente illustre ed iniziatore della scuola di Diritto pubblico. Tornato alla politica attiva dopo la caduta del fascismo, fu eletto alla Costituente nel 1946 e dal 1948 divenne Senatore di diritto.