Un presentimento della verità
Il relativismo e John Henry Newman
Cartaceo
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È ben nota l’espressione “dittatura del relativismo” con cui Benedetto XVI indica le conseguenze morali del principio secondo il quale “ciò che si sa fare, si può anche fare”. Il termine “relativismo”, tuttavia, copre
È ben nota l’espressione “dittatura del relativismo” con cui Benedetto XVI indica le conseguenze morali del principio secondo il quale “ciò che si sa fare, si può anche fare”. Il termine “relativismo”, tuttavia, copre una gamma di significati più vasta: non solo la presunzione dell’uomo padrone della scienza e della tecnica, unico giudice di se stesso, ma anche la sua fragilità e fallibilità, la sua relatività e contingenza, ché Assoluto è soltanto Dio. Dopo aver presentato le diverse forme di relativismo e i suoi rapporti con il nichilismo e l’ermeneutica, questo libro approfondisce il modo in cui John Henry Newman (1801-1890), proclamato Beato il 19 settembre 2010, ne fronteggiò l’offensiva contro la fede e le sue implicazioni morali. La posizione del Cardinale inglese è tanto più interessante in quanto si colloca nel contesto in cui il relativismo moderno di matrice scettica e illuministica inizia a svilupparsi nelle forme a noi contemporanee. Quanto alla fede, Newman ne dimostra la ragionevolezza, affermandone anche la piena legittimità nel dibattito pubblico; quanto alla coscienza morale, coniugandone il carattere personale e trascendente, la salvaguarda dai rischi del relativismo di origine utilitaristica. L’attualità del suo pensiero si rivela, così, nel declinare Verità e persona in modi che oggi si riconoscono nella filosofia ermeneutica.