Un’altra ultima cena
a cura di Vincenzo Trione
Cartaceo
€13,30 €14,00
Un’altra Ultima cena costituisce il quarto evento espositivo che laTriennale di Milano e la IULM portano a compimento a conclusione del progetto formativo 2014-2015 rivolto agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti,
Un’altra Ultima cena costituisce il quarto evento espositivo che laTriennale di Milano e la IULM portano a compimento a conclusione del progetto formativo 2014-2015 rivolto agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati della facoltà di Arti, turismo e mercati. Un progetto formativo che dal 2009 impegna un’istituzione culturale multidisciplinare affermata internazionalmente come laTriennale e un Ateneo tra i più rinomati e autorevoli a lavorare insieme con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al mondo dell’arte – in senso ampio – e dei beni culturali, mettendoli concretamente alla prova, al termine di un periodo di affiancamento degli Uffici della Fondazione, in una mostra ideata, organizzata, allestita e comunicata in prima persona, con il supporto dei docenti del Corso e dei professionisti dellaTriennale. Dopo le esposizioni dedicate all’illustratore Igort e ai fotografi Claudio Abate e Aurelio Amendola, l’attenzione viene ora rivolta a uno scultore, Gregorio Botta, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, che ha accolto l’invito a presentare sul tema opere per lo più inedite, realizzate appositamente per l’Impluvium dellaTriennale. Botta lavora con la cera, la materia preferita, “morbida, femminile, fertile, vitale e capace di registrare ogni cosa, perché di qualsiasi segno che vi si imprima, resterà sempre la ferita”; il vetro, corpo etereo capace di trattenere e far passare in base alla consistenza delle cose; il ferro, il lino, la carta e l’acqua. Disegna con la luce, la trasparenza e la leggerezza in una ricerca di radicale essenzialità sia nei materiali che nelle forme, antiche e originarie: un tavolo lungo e stretto; una grande tovagliasudario che “raccoglie lo scorrere del tempo, come una pelle sensibile che reca le tracce di ciò che è avvenuto”; l’acqua che “è flusso, è vita, è tempo che scorre”; la coppa (pieno vuoto che offre nutrimento e lo riceve); la giara (“una potenzialità, un’attesa, la possibilità di un mondo a venire”). Nella sua idea “l’artista è come un minatore cieco”, capace di cercare e di trovare, nel buio, e di svelare quanto egli stesso non sa e non conosce prima di trovarne – come per magia – la forma. Una piccola ma preziosissima mostra, GregorioBotta. Un’altra Ultima cena, che arricchirà ulteriormente l’offerta di qualità straordinaria che laTriennale ha messo a punto per il suo pubblico e per Milano nel periodo di Expo 2015. Nutrire il pianeta.
Rassegna
- Corriere della sera 2015.05.19
Un’«Ultima cena» di piombo e di cera
di Stefano Bucci