Umanesimo e rivolta in Blade Runner
Ridley Scott vs Philip K. Dick
a cura di Luigi Cimmino, Alessandro Clericuzio, Giorgio Pangaro
Cartaceo
€13,30 €14,00
“Il mio romanzo diventerà una livida, gigantesca accozzaglia di androidi in scadenza che uccidono gli umani, nel mezzo di un caos mortale – il tutto estremamente emozionante da vedere. Al confronto, il mio libro
“Il mio romanzo diventerà una livida, gigantesca accozzaglia di androidi in scadenza che uccidono gli umani, nel mezzo di un caos mortale – il tutto estremamente emozionante da vedere. Al confronto, il mio libro risulta noioso”. Così Philip K. Dick, in un testo del 1981, a proposito di Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, quando il suo romanzo stava per diventare un film “da quindici milioni di dollari”. Si può concordare, in parte ci sembra legittimo, con Dick: Blade Runner, è innegabile, non ha molto da spartire con il testo da cui prende le mosse, resta però il fatto che quella gigantesca accozzaglia di androidi in scadenza, cioè Blade Runner di Ridley Scott, ha segnato una frattura nel modo di fare e intendere il cinema di fantascienza. Umanesimo e rivolta in Blade Runner: Ridley Scott vs Philip K. Dick quinto volume della serie “corpo a corpo” è dedicato a questi due capolavori della science fiction, e, come di consueto, si caratterizza per l’approccio libero da vincoli disciplinari e per l’ampia e differenziata provenienza dei contributi. Come al solito non c’è nessuna pretesa di dare risposte definitive, e meno che mai quella di stabilire “meglio il libro, meglio il film”. Aprire piuttosto a domande, insinuare dubbi, invitare alla riflessione, crediamo sia ancora utile lavorare così, perché se questo è lo scopo nobile delle opere d’arte a maggior ragione deve essere almeno l’intento del lavoro critico che su quelle opere si fa.