Enzo Di Nuoscio

Tucidide come Einstein?

La spiegazione scientifica in storiografia

Cartaceo
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«La scienza , ha scritto Albert Einstein , ricerca le relazioni che si pensa esistano indipendentemente dall’individuo cercatore. Questo vale anche nel caso in cui la ricerca riguardi l’uomo stesso. […] Tutte le affermazioni

«La scienza , ha scritto Albert Einstein , ricerca le relazioni che si pensa esistano indipendentemente dall’individuo cercatore. Questo vale anche nel caso in cui la ricerca riguardi l’uomo stesso. […] Tutte le affermazioni e leggi scientifiche hanno una caratteristica comune: esse sono ‘vere’ o ‘false’». «In linea di fatto , ha sostenuto dal canto suo uno storico come Gaetano Salvemini , non c’è differenza essenziale tra i problemi che affronta lo scienziato nel ricostruire il passato astronomico, geologico o biologico, e i problemi che affronta lo storico nel ricostruire il passato degli uomini».
In aperto contrasto con quegli autori che, con argomentazioni diverse, hanno sostenuto che la storiografia non può essere scientifica, in questo libro si difende l’idea di metodo unificato: così come la fisica, la storiografia è una scienza che avanza per congetture e confutazioni.
Ricollegandosi essenzialmente a tre filoni di pensiero non sempre fra loro comunicanti, quelli relativi all’ermeneutica, all’individualismo metodologico e al modello nomologico-deduttivo, l’autore evidenzia come la storiografia possa essere scientifica a condizione che si basi su una metodologia individualistica e nomologica, che cioè eviti di reificare entità sociali extra-individuali e proceda attraverso la spiegazione causale.
A conferma di questa“tesi epistemologica” l’autore propone anche una“tesi storica”, secondo la quale tale metodo lo si ritrova ampiamente utilizzato in alcuni tra i principali esponenti della storiografia classica (Tucidide, Erodoto, Senofonte, Livio, Tacito, Sallustio, Machiavelli, Guicciardini, Gibbon, Cuoco, Droysen, Tocqueville, Dilthey, Ranke, Burckardt, Taine, Mommsen, De Sanctis, Bloch, Toynbee, Croce, Collingwood, Salvemini), non di rado in contraddizione con le stesse posizioni epistemologiche sostenute da alcuni di loro.