Tiresia, il mito tra le tue mani
La collezione Rizzon
Prefazione di Annamaria Mauro
Nel panorama generale della valorizzazione e della promozione del patrimonio archeologico nei luoghi di cultura, il tema dell’accessibilità rappresenta la nuova frontiera ed una sfida per gli addetti ai lavori. Spesso l’ostacolo principale è
Nel panorama generale della valorizzazione e della promozione del patrimonio archeologico nei luoghi di cultura, il tema dell’accessibilità rappresenta la nuova frontiera ed una sfida per gli addetti ai lavori. Spesso l’ostacolo principale è rappresentato dagli edifici storici sede dei principali istituti museali che per loro natura presentano impedimenti di varie tipologie. Il progressivo abbattimento delle barriere stratificate nel tempo è il primo passo per superare le difficoltà di accesso “fisico” nelle sale. Ma il passo che segue scaturisce dalla consapevolezza e dalla necessità di rendere inclusiva la visita del Museo e del suo percorso espositivo attraverso un progetto di accessibilità ampliata, mirato a migliorare quei luoghi in cui la visita sembrava già di per sé preclusa ad alcune categorie di utenti. Da questa idea nasce “Tiresia, il mito tra le tue mani” e la “Collezione Rizzon” un progetto di accoglienza, una riflessione complessiva sulla fruizione del museo per l’abbattimento delle barriere cognitive pensato e realizzato con la finalità di accrescere il confort della visita per i visitatori con disabilità uditive e visive, ma anche e soprattutto con la volontà di offrire loro un linguaggio dedicato per la fruizione di uno dei contesti più significativi dell’intero Istituto, quello rappresentato dalla Collezione Rizzon, importante testimonianza delle forme vascolari e degli apparati iconografici diffusi nell’area dell’Italia meridionale tra il V e il IV secolo a.C., opera delle botteghe dei più noti ceramisti del tempo. I vasi della collezione presentano una qualità e un valore documentario che li rendono una fonte imprescindibile per lo studio e la conoscenza della ceramica antica e permettono uno sguardo privilegiato alle comunità del passato. L’accessibilità di questa collezione passa quindi attraverso la stimolazione sensoriale capace di raggiungere le memorie più antiche, più profonde del sé, diventando strumento di conoscenza di un patrimonio fondamentalmente controllato da un unico senso, quello della vista. La barriera del “non toccare” cede così il passo a fedeli riproduzioni che permettono di apprezzare la forma materica, attraverso l’udito una voce rapisce il visitatore, portandolo in un mondo lontano, ma non perduto, di sapienza e conoscenza, mentre la stimolazione dell’olfatto, che tra i sensi rappresenta il principale richiamo alla sfera emozionale, andrà a caratterizzare un percorso di visita che ha la velleità di essere un’esperienza da vivere immersi in un ambiente multisensoriale, in cui vista, tatto, udito e odorato saranno parte integrante e determinante per una fruizione ampliata del Museo.
(dall’introduzione di Annamaria Mauro)