Ti ho vista che ridevi
Nuova edizione
Prefazione di Carlo Petrini
Negli anni ’60 un’emigrazione individuale femminile raggiunge dal Sud il territorio delle Langhe, che le contadine stanno abbandonando per trovare la propria emancipazione nelle città. È un’emigrazione matrimoniale, che porta le “calabrotte” all’impatto con
Negli anni ’60 un’emigrazione individuale femminile raggiunge dal Sud il territorio delle Langhe, che le contadine stanno abbandonando per trovare la propria emancipazione nelle città. È un’emigrazione matrimoniale, che porta le “calabrotte” all’impatto con una lingua e un sistema di relazioni sociali differenti da quelli dei paesi d’origine. Ti ho vista che ridevi racconta una di queste storie. Dora è costretta ad emigrare da Riace per sposare un contadino delle Langhe e lascia alle cure della sorella il figlio che non doveva nascere. Quando scoprirà la verità, Luigi si metterà alla ricerca delle origini, della propria madre, dell’autenticità della propria biografia. Sarà un bacialé, un ruffiano che combinava questi matrimoni, il mediatore narrativo tra le pagine calabresi e i capitoli ambientati in Piemonte, dove Luigi cerca la propria madre naturale e incrocia una catena di figure femminili che da Dora conduce alla figlia, alla nipote militante No Tav e quindi ad una profuga siriana. Un romanzo corale, nel quale ciascun personaggio attraversa la propria solitudine scoprendo il senso della sua vicenda nella relazione con l’altro. Come scrive Carlo Petrini nella Prefazione: sono sempre gli altri che ci salvano.
Rassegna
- Quotidiano del Sud 2023.08.28
II viaggio delle “calabrotte” nelle Langhe all’insegna del bisogno e del riscatto personale
di Luisa Longobucco - Quotidiano del Sud 2023.08.24
“Ti ho vista che ridevi”, un tuffo nel passato
di Rosa Marrapodi - calabriamagnifica.it 2022.01.23
Calabrotte e sensali matrimoniali, il mondo dell’arte racconta storie di sopravvivenza
di Annamaria Gnisci - Corriere della Calabria 2022.01.22
«Pregiudizi e stereotipi». Calabria e Veneto unite contro “La Sposa” - Corriere della Sera 2022.01.22
In tante vendute. Il vero errore è la rimozione
di Antonio D'Orrico