Marisa Fumagalli

Te lo do io il design

Storie di evitabile follia

Prefazione di Annamaria Bernardini De Pace. Disegni di Aldo Presta

Cartaceo
14,25 15,00

“Se un oggetto è concepito per essere guardato, chi lo crea può sbizzarrirsi quanto vuole. Ma se l’oggetto va oltre l’estetica e ha una funzione, la forma deve tenere assolutamente conto dello scopo, cioè

“Se un oggetto è concepito per essere guardato, chi lo crea può sbizzarrirsi quanto vuole. Ma se l’oggetto va oltre l’estetica e ha una funzione, la forma deve tenere assolutamente conto dello scopo, cioè l’uso”

Questo libro, il cui tono oscilla tra il serio e il faceto, si propone di mettere alla berlina un certo Design contemporaneo che, nella creazione di oggetti d’uso, sembra compiacersi nel voler stupire il “malcapitato” fruitore, puntando molto sull’estetica e meno sull’immediata comprensibilità della funzione. L’autrice è una cronista e non un’esperta del ramo. Dunque, le sue osservazioni e le note critiche non hanno come base il retroterra dell’addetta ai lavori. Del resto, l’idea la sfiorò molti anni fa (abbandonata e ora ritrovata) in una città del Nord, sotto la doccia di una camera d’albergo. Una doccia-idromassaggio, per la precisione. Ingranaggio così complicato che, con cuffia e accappatoio, Fumagalli dovette chiamare la reception e chiedere aiuto. L’inconveniente si ripropose in altre situazioni. Di più: conversando con colleghi giornalisti e amici, ebbe modo di constatare che il disagio era diffuso. Non soltanto sotto la doccia e di fronte ad altri oggetti di servizio in bagno. Ma anche nelle camere (illuminazione complicata da attivare, comodini a prova di ginocchio…) e sulle tavole dei ristoranti dove i designer di piatti e posate, a quanto sembra, pensano a tutto fuori che all’uso degli stessi.

Indice

Prefazione di Anna Maria Bernardini De Pace

Nota introduttiva
Dall’idea al progetto, vent’anni di incubazione

Il racconto dell’autrice
L’assurdo in bagno, in camera, a tavola 

Alessandra Coppa
Il mio Maledetto design 

Alberto Alessi
La Moka del nonno Bialetti e le irresistibili “icone” 

Marco Nereo Rotelli
L’arte non ha bisogno di risposte, il design sì 

Antonio Perazzi
L’importanza del contesto 

Oberdan Forlenza
L’architetto-designer: artista o professionista?

Gianluca Montinaro
Slanciate e sinuose, le posate impossibili 

Diego Dalla Palma
Nel letto-automobile, fari compresi

Catena Fiorello
E mia madre disse: «Cati, la doccia vado a farla a casa mia»

Camillo Langone
La lampada di Starck e la luce dei morti

Marco Romani
Nella mia casa tutto (o quasi) è di design 

Gabriele Noberasco
Il giusto equilibrio tra il bello e il funzionale 

Carlos Veloso dos Santos
Io nel bagno tutto nero: dove si trova il water? 

Valerio Massimo Visintin
Aiuto, hanno buttato le tovaglie!

Donatella Rettore
Quel getto di acqua che distrusse il mio trucco 

Toto Bergamo Rossi
Perdersi in camera tra un nugolo di pulsanti 

Vincenzo Burragato
Così la domotica ha giocato i docenti di Fisica 

Roberto Panizza
Il futuro del food design

Enrico Bertolino
«Albergatori, fateci sentire a casa, non in un museo di arte contemporanea» 

Le altre voci
Processo (semiserio) al design 

Per finire
Signori, ecco la modernità del design 

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collana: Zonafranca, bic: AK, 2023, pp 166, Italiano
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isbn: 9788849879971