Storie e cronachette di idillio e di avventura
Prefazione di Toni Iermano
Cartaceo
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Giovanni Pionati consulta dai tempi della giovinezza mappe ingiallite – dove fiumi e montagne “perduti e beati” non sono lambiti da ferrovie e grandi strade – dove indicazioni di mitiche locande e sentieri favolosi
Giovanni Pionati consulta dai tempi della giovinezza mappe ingiallite – dove fiumi e montagne “perduti e beati” non sono lambiti da ferrovie e grandi strade – dove indicazioni di mitiche locande e sentieri favolosi non esistono che nei vecchi racconti. La sua caparbia geografia fantastica è tutta raccolta sulle tracce di un vivente tenero, soffuso, discreto, assolutamente lontano dagli oltraggiosi percorsi di una realtà racchiusa nella sua limitatezza documentaria.
Il silenzio degli oggetti, la polverosità delle antiche carte di famiglia, gli armadi vuoti, i libri centenari, i breviari dei preti di casa, un merletto della zia monaca, le sedie spagliate, i ritratti scorniciati, un dagherrotipo inumidito, i profumi di stagioni remote, passeggiate notturne nella città dormiente sommergono la coscienza di un uomo alla ricerca disperata di un ordine impossibile nel grande reliquario della memoria.
I frammenti dei preziosi minerali si ricompongono nel tepore delle cronachette e delle storie di universi minimi mentre lo scrittore continua a inseguire le sue inafferrabili e ancora interminabili commozioni autunnali, laddove pesa solo “il silenzio dei morti”.
I luoghi e i volti del passato – di un passato senza inizio né fine – si dissolvono in un remoto bosco di betulle, dove tutto teneramente scompare tra tenui colori.
(dalla Prefazione di Toni Iermano)