Maria Catricalà

Spazi e linguaggi “di moda”

Ricerche sull'homo vestiens

Cos’è che rende Moda la moda? Di certo le straordinarie capacità creative e innovative di maison, grandi e piccoli marchi, geniali sarti e stilisti, sapienti mani e super attrezzati laboratori. Altrettanto rilevante la costruzione

Cos’è che rende Moda la moda? Di certo le straordinarie capacità creative e innovative di maison, grandi e piccoli marchi, geniali sarti e stilisti, sapienti mani e super attrezzati laboratori. Altrettanto rilevante la costruzione linguistica che, dalle cartelle-stampa delle sfilate e dalla pubblicità, si dipana attraverso una miriade di spazi testuali iconico-verbali. A confezionarli insieme in un’unica stoffa arlecchina, che assembla neologismi e bislacchi amalgami, esotismi ed eco-tecnicismi, perle retoriche e colloquialismi, la nostra stupefacente capacità di rappresentazione concettuale del mondo. È per questo che un nastro di seta e tulle, intrecciato con perline e strass, in copertina sembra evocare un paesaggio, mentre capovolto rivela i tratti di un viso. Le diverse potenzialità combinatorie di questo genere di imbastiture e fili discorsivi, però, non seguono qui un criterio estetico, quanto la necessità di cominciare a inventariare forme e norme della grammatica spazio-cognitiva dell’arte di abbigliarsi.

19,00 20,00
12,34 12,99
Pulisci

Indice

Premessa
Spazi, linguaggi e identità o di un trinomio reversibile 

1. Le coordinate diacroniche
     1.1. Le tre fasi comuni della testualità 
     1.2. Il cambiamento del paradigma tra parola e immagine: da Vecellio ai tweet di oggi 
     1.3. Il giornalismo di moda come oggetto di ricerca linguistica: gli spazi sociali gender marked 
     1.4. Spazi in diamesia per una tipologia delle varietà: parlare di moda in TV 

2. Confini e isoglosse: per una storia dei lessici di moda
     2.1. L’importanza di arrivare da lontano: dal francese all’inglese e ritorno 
     2.2. Oltre il campo semantico: dal tessuto alla cucina 
     2.3. La questione dei forestierismi 

3. Come il linguaggio struttura l’abbigliamento
     3.1. La grammatica cognitiva della moda 
     3.2. Le operazioni 
     3.3. THINGS di moda: estensione, intensione e nuove proprietà 
     3.4. La retorica della moda tra motivazione e arbitrarietà 
     3.5. Per una ontologia leggera e alla moda 

4. Spazi testuali e imagery “di moda”
     4.1. Fra trame, orditi e didascalie 
     4.2. I cataloghi di vendita per corrispondenza 
     4.3. Funzioni e visioni dell’abito che racconta: le fiabe popolari italiane 
     4.4. Per il verso giusto e le note di colore non cromatiche 
     4.5. Il giornalismo tra banalizzazione e overspecification: il corpus FLaSC3 

5. Tra i flutti del web: il FLaSC3 Dictionary
     5.1. Metodo, criteri e finalità del prototipo 
     5.2. Il FLaSC3Dic: un exemplum 
     5.3. Gli spazi di apprendimento/insegnamento: la questione delle multiparole 

6. Una conclusione
     6.1. Moda, parole e mente 

7. Bibliografia

Condividi

collana: Varia, bic: AKT, 2023, pp 268, Italiano
, , ,
isbn: 9788849875027