Servizio sanitario: PUBBLICO ACCESSO?
XIII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità
a cura di Tonino Aceti e Maria Teresa Bressi
Cartaceo
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Abbiamo intitolato il XIII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, «Servizio Sanitario: PUBBLICO ACCESSO?», perché il Servizio Pubblico che richiedonsi cittadini, e in particolare le persone affette da patologie croniche e rare, deve essere
Abbiamo intitolato il XIII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, «Servizio Sanitario: PUBBLICO ACCESSO?», perché il Servizio Pubblico che richiedonsi cittadini, e in particolare le persone affette da patologie croniche e rare, deve essere più forte, accessibile, equo e universale; insomma deve rispondere alle caratteristiche che lo fondano. Non a caso, uno dei diritti della Carta Europea dei diritti del malato, è proprio quello all’accesso: «Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza, del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio». Capita ancora, nvece, che i pazienti affetti da patologie croniche e rare, si sentano ospiti indesiderati del Servizio sanitario. Gli ostacoli all’accesso sono molti, a cominciare dalle liste d’attesa, per continuare con la burocrazia inutile più volte citata nel Rapporto, ma anche i costi privati, le inefficienze, la difficoltà a trovare il centro di cura, piuttosto che lo specialista giusto. In questo Rapporto vengono presi in esame i dati relativi al funzionamento (o mal funzionamento) del Servizio sanitario nazionale e alle patologie dei pazienti. Le Associazioni dei pazienti, sperano e desiderano un Sistema in cui ci sia meno burocrazia, in cui chei deve fare un esame urgente non debba rivolgersi al privato, un Sistema più forte e reattivo che garantisca l’inserimento della persona in un percorso di cura definito e dove i vari protagonisti comunichino tra loro. Per realizzare tutto ciò, la partecipazione dei cittadini e dei pazienti, insieme ai profesisonisti che ogni giorno operano nel Servizio Sanitario, è indispensabile. Alla domanda provocatoria «Sistema sanitario: PUBBLICO ACCESSO?» vogliamo rispondere «Sì» e lavorare insieme alle istituzioni, perché questo accada.