Emanuela Spagnoli, Marina Taliercio Mensitieri
Ripostigli della piana lametina
Cartaceo
€15,20 €16,00
Il volume raccoglie lo studio di cinque ripostigli conservati presso il Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria e provenienti da varie località dell’area lametina, rappresentando una parte cospicua della documentazione monetale restituita
Il volume raccoglie lo studio di cinque ripostigli conservati presso il Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria e provenienti da varie località dell’area lametina, rappresentando una parte cospicua della documentazione monetale restituita sinora dal territorio sia in modo sporadico che aggregata in tesoretti. Due accumuli sono stati rinvenuti in contrade dislocate intorno al villaggio di S. Eufemia Vetere – Gizzeria/Cerzeto e Bosco Amatello, mentre i rimanenti provengono da zone liminari della piana: Acquafredda – contrada Polveracchio (noto come Sambiase); S. Stefano di Rogliano e Grimaldi nel distretto settentrionale gravitante intorno al Savuto; Curinga in quello meridionale compreso tra l’Angitola e l’Amato.
Il lavoro rientra in un progetto di ricognizione e studio della circolazione monetale nell’Italia meridionale elaborato e condotto dal Centro Internazionale di Studi Numismatici di Napoli e realizzato con la collaborazione della cattedra di Numismatica dell’Università di Napoli Federico II1. Esso trova consonanza di interessi con i programmi dell’ Istituto Regionale per le Antichità Calabresi e Bizantine (IRACEB), che ha come naturale campo di ricerca le antichità della Regione e come obiettivo la valorizzazione del ricco patrimonio culturale.
Lo studio di questi materiali numismatici si viene a porre in un’importante fase della ricerca archeologica sul territorio, che, all’indomani della puntualizzazione topografica dei centri di Temesa e di Terina, vede l’avvio e lo sviluppo di indagini sistematiche in campo storico, archeologico, numismatico, epigrafico, contribuendo ad offrire alla conoscenza e alla speculazione contesti per loro natura omogenei e “chiusi”.
La natura “eccezionale” di questi ripostigli investe aspetti diversi. Risaltano, in primo luogo, il dato cronologico sotto il profilo della precocità oltre che dell’ampiezza – dall’età arcaica all’epoca pirrica – e la entità cospicua della composizione, che, ammontando, nei contesti più antichi, ad alcune centinaia di esemplari, restituisce un’ampia documentazione delle fasi incuse delle principali monetazioni magno-greche, rappresentando una base imprescindibile per l’analisi e lo studio di queste valute.
Nel contempo, l’eterogeneità delle presenze sia per la pluralità delle zecche, che spazia in tutto l’ambito italiota con significative estensioni a quello siceliota, sia per la diversità dei valori in relazione non solo ai metalli, ma anche al taglio dei nominali, configura l’area lametina come uno dei poli terminali dell’afflusso e della diffusione delle valute dell’Italia meridionale con funzioni diversificate nei vari periodi e nei singoli contesti. Ed è per l’appunto il dato topografico a rappresentare un altro aspetto non meno rilevante, per la concentrazione in un comprensorio di una certa estensione – ca. 176 kmq – delimitato dai fiumi Savuto e Amato e quel che più conta per il coinvolgimento sia dell’elemento greco che di quello indigeno – enotrio e poi brettio – lasciando trasparire una situazione estremamente variegata e diversificata nel tempo sul piano dei rapporti non solo tra città e campagna, ma anche tra strati diversi delle popolazioni, la cui articolazione emerge dalle pur scarne fonti storiche e si va documentando dalla ricerca archeologica.
È, dunque, una pluralità di temi ad essere toccata, che evidenzia la centralità del territorio lamentino, ma nel contempo travalica i limiti della storia strettamente locale, investendo aspetti e problemi, che riguardano forme e funzioni della moneta dell’Italia meridionale in epoca greca.
Il lavoro non si sarebbe potuto svolgere senza la disponibilità e la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria che in questa sede si desidera vivamente ringraziare nella persona del soprintendente E.Lattanzi e di R.Spadea, M.A.Mastelloni e M.R.Vitale.
Un vivissimo ringraziamento si desidera, poi, rivolgere a Giovanna De Sensi Sestito, che ha promosso e sostenuto questo studio consentendone la pubblicazione con il contributo dell’IRACEB.
(dall’Introduzione)