“Recezione” del Concilio Vaticano II
Dal Magistero di Giuseppe Vairo Vescovo di Gravina e Irsina, al Magistero di Mario Paciello Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle fonti
Cartaceo
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Il tema della “recezione” del Concilio Vaticano II, materia così discussa e controversa nel dibattito teologico attuale è la scelta fatta dall’autore del presente volume come un contributo ed un apporto di un dossier,
Il tema della “recezione” del Concilio Vaticano II, materia così discussa e controversa nel dibattito teologico attuale è la scelta fatta dall’autore del presente volume come un contributo ed un apporto di un dossier, che si aggiunge ai tanti già pubblicati per testimoniare i passi di una chiesa locale viva, conciliare e missionaria. Come ben afferma, infatti, il Pastore L. Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro: «La recezione del Magistero del Concilio Vaticano II nella tua Chiesa particolare. Il tema è arduo, sia a livello teologico come a livello culturale e pastorale; tu ti sei impegnato in una ricerca molto accurata e puntuale del Magistero, soprattutto del grande mons. Vairo, e poi hai seguito le scansioni del Magistero e della pastorale del grande vescovo Mario Paciello, di cui sei stato e sei uno dei collaboratori principali. Uno studio attento dei documenti, un tentativo di leggere l’attesa che il popolo cristiano aveva di questi documenti, un’attenzione anche alla fatica di cercare di attuare nella vita pastorale le indicazioni che venivano dal Concilio. Mi sembra che tu ci abbia messo di fronte a un lavoro storico e teologico che attualizza, in modo pieno, la grande direttiva esegetica sul Concilio che Benedetto xvi ha formulato in questi ultimi anni e che riprende con molta precisione.Tu utilizzi una ermeneutica della continuità fra ciò che precede il Concilio e ciò che segue il Concilio, rifiutando una rottura che è stata ed è di carattere ideologico; anche se questa ermeneutica della continuità impegna proprio, in modo preciso, a valutare gli orientamenti, motivi, persone, gesti, decisioni e addirittura anche delle assenze o dimissioni. Il Concilio,dunque, è al centro del tuo lavoro come è al centro della vita pastorale della Chiesa».Gli fa eco il Prof. Avv. Guzmán Carriquiry Lecour, Segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, sottolineando il fatto che «Già nella prima pagina del libro, l’autore sceglie il criterio ermeneutico che guiderà le sue ricerche, prendendolo dal ben noto discorso di S.S. Benedetto xvi alla curia romana, del 21 dicembre 2005, in cui il Santo Padre pone una questione fondamentale: Emerge la domanda: Perché la recezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile? Ebbene, tutto dipende dall’interpretazione del Concilio – o come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica. Dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro». Perciò, il presente dossier è un contributo che intende aprire un dibattito sempre più ricco di apporti di esperienze di “recezione” delle chiese locali e di correzioni offerte da altri dossiers, tenendo ben presente quanto afferma Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto: “Innanzitutto, mi colpisce la tua insistenza sul fatto che per parlare di “recezione” o “metabolizzazione”è necessario e fondamentale vivere la fede come un’esperienza, perché, come dice don Giussani, «una fede che non potesse essere reperta e trovata nell’esperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice l’opposto».