Quarant’anni di Spending Review: l’Italia al bivio sui tagli di spesa

Galleggiare o cambiare sul serio? E la Nota di Aggiornamento Def del governo Lega-M5S cosa fa?

a cura di Mario Baldassarri

Cartaceo
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Nella parte prima di questo volume Mario Baldassarri e Dino Pesole presentano un’analisi di quarant’anni di Spending Review in Italia, dalla Commissione Tecnica sulla Spesa Pubblica di Nino Andreatta fino alla recente stagione dei

Nella parte prima di questo volume Mario Baldassarri e Dino Pesole presentano un’analisi di quarant’anni di Spending Review in Italia, dalla Commissione Tecnica sulla Spesa Pubblica di Nino Andreatta fino alla recente stagione dei Commissari. La loro conclusione è: “L’Italia al bivio sui tagli di spesa” quindi “tagliare si deve, tagliare si può” indicando “dove e come intervenire”. In tutti questi anni la spesa pubblica corrente è sempre aumentata, le tasse ne hanno seguito affannosamente e solo parzialmente il percorso e gli investimenti pubblici sono stati dimezzati. Ecco perché il Debito Pubblico si colloca oggi oltre il 130% del Pil. Segue un’analisi della Nota di Aggiornamento Def del 27 settembre 2018 dalla quale emerge che il governo Lega-M5S ha sovrastimato sia la crescita reale sia l’inflazione. Inoltre la manovra proposta nella Nota di Aggiornamento “cambia” appena il 2,2% del totale della spesa pubblica e quindi il restante 98% circa resta uguale a quello di tutti i governi precedenti. Si “muove” un modesto 1,1% del Pil e pertanto l’effetto previsto di forte sostegno alla crescita risulta non raggiungibile. Le condizioni di finanza pubblica potrebbero quindi risultare ben peggiori di quanto previsto. In sostanza il “cambiamento” non appare. Le seconda e la terza parte del volume riproducono il XII Rapporto sull’economia italiana del Centro Studi Economia Reale. La seconda parte contiene cinque Analisi. Nella prima si misurano gli effetti che si potrebbero produrre sull’Italia a seguito di un rallentamento del commercio mondiale come risultato di una forte e prolungata “guerra dei dazi”, segue poi un’Analisi volta a stimare l’effetto di un’eventuale uscita dall’euro sull’ammontare di interessi sul debito pubblico per i quali risulta che dovremmo pagare 66 miliardi di euro in più. La terza Analisi spiega perché l’aumento dell’occupazione degli ultimi anni non si è riflesso sull’andamento dei consumi. Ciò appare in gran parte dovuto alla tipologia e alla precarietà dei posti di lavoro che si sono creati. La quarta è riferita alle Tax-Expenditure ed emerge che, a fronte dei 161 miliardi contabilizzati dal Mef, soltanto 40 miliardi sembrerebbero effettivamente eliminabili. Infine, si propone un confronto tra metodo retributivo e metodo contributivo nel sistema pensionistico italiano cercando di verificare chi e quanto ci guadagna o ci perde con i due sistemi. La terza parte infine presenta le Previsioni per l’Economia Italiana 2018- 2022 prodotte nel mese di aprile 2018.

con i contributi di:
Nicola Antonetti, Mario Baldassarri, Leonardo Becchetti, Sarina Biraghi, Claudio Borghi, Pierluigi Ciocca, Ferruccio De Bortoli,
Giorgio Di Giorgio, Lamberto Dini, Stefano Feltri, Giampaolo Galli, Sandro Gozi, Barbara Lezzi, Lucio Malan, Antonio Pedone, Dino
Pesole, Giuseppe Pisauro, Felice Roberto Pizzuti, Emilio Rossi, Stefania Tamburello, Giovanni Tria

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