Per un nuovo concetto di fenomeno
Muovendo da Heidegger e Severino
Prefazione di Camine Di Martino
Cartaceo
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Questo lavoro si prefigge un obbiettivo innegabilmente ambizioso: proporre, come recita il titolo, un nuovo concetto di «fenomeno ». Con «fenomeno» l’autore dichiara subito di volere intendere non un qualsiasi correlato della nostra
Questo lavoro si prefigge un obbiettivo innegabilmente ambizioso: proporre, come recita il titolo, un nuovo concetto di «fenomeno ». Con «fenomeno» l’autore dichiara subito di volere intendere non un qualsiasi correlato della nostra coscienza, bensì quegli enti che sono suscettibili di essere «intuiti» (come il tavolo su cui è appoggiato il computer di cui mi servo per scrivere queste righe, ma anche l’ego stesso). Ricalcando un gesto di Severino – uno dei due autori a cui l’autore si ispira e con cui si confronta –, Lucarelli vuole richiamarsi al senso del «phainómenon» greco, che ha la sua radice in «phôs», rappresentando perciò non semplicemente quel che «si mostra», bensì quel che «si mostra in luce» o in piena luce, secondo una peculiare differenza dal modo in cui si mostra ciò che è avvolto da una luce «lunare», per così dire, o «indiretta».
(Dalla prefazione di Carmine di Martino)
Indice
1. Il senso e lo «stare» dell’io-manifestante
1. L’«io» che si manifesta: perché l’io è l’unico della sua specie
1.1 Nota sull’etica come onesta
1.2 Passaggio e considerazione sulla nostra epoca
2. Definizione dell’«errare» e sua interpretazione erronea
2.1 Nota storica e sull’esposizione. La filosofia e il manifestarsi
2.2 Passaggio
3. L’«essere-avanti-a-sé» («Sich-vorweg-sein»)
4. In che senso l’«essere-avanti-a-sé» non è un errare
5. L’io-manifestante e il presente: sulla «Befindlichkeit» («situazione emotiva»)
5.1 Nota sulle «sensazioni» e sulle «immaginazioni»
6. L’errare come unità dello «stare» e dell’«urtare»
7. L’io-manifestante e l’«essere in atto»
8. Il volersi morti o morenti («Sein zum Tode»)
8.1 Chiarimento e anticipo
9. Su di un concetto di «Dio»
9.1 Passaggio
10. Sensi e manifestatezza dell’autocoscienza
10.1 Nota sull’autocoscienza preriflessiva, o Heidegger contra Cartesio
10.2 Nota sul vocabolo «apparire» in Severino
11. Soggetto e oggetto (e il loro manifestarsi)
11.1 Passaggio
2. Essere ed eternità
1. L’eterno me manifestante
2. L’eterno oggetto dell’io-manifestante
3. «Essere» e fede nell’«essere»
3.1 Nota sul campo di vigenza dell’«essere»: gli errori sono «enti»?
3.2 Nota su di una teologia misterica
3.3 Nota. Quando il mistero è un’illusione. Ampliamento del senso dell’«errore»
4. «Essere» ed eternità
4.1 Nota sull’eternità dell’io concreto
4.2 Passaggio
5. Le res e il manifestarsi
5.1 Prima sezione. Il manifestarsi delle res
5.2 Seconda sezione. Le res del manifestarsi
5.3 Passaggio
6. Su di un altro senso del «realismo»
7. Nota su altri due esempi del «realismo radicale» e approccio al tema della negazione fino al «vivo del problema metafisico»
3. Sul senso e sulle obiezioni al senso di questa esposizione, nonché al suo contenuto, come «ὑποστήμη», in generale
1. Questa esposizione come «cercare»
1.1 Nota sulla differenza tra filosofia del manifesto ontologica e quasi-ontologica
2. In risposta alla domanda: «perché fare filosofia del manifesto?»
2.1 Nota sull’esplicitezza dell’implicito
3. In risposta alla domanda: «negare che un ente erroneo sia tale è un errare?»
4. I concetti puri e quelli radicali di filosofia del manifesto e del non manifesto
1. La domanda su come «stia dinanzi» l’errore. Il concetto puro della filosofia del manifesto
2. Di come stiano dinanzi le convinzioni. Il concetto puro della filosofia del non manifesto
2.1 Nota sui criteri di distinzione degli «atti» (Husserl). L’unità di soggetto e oggetto è un oggetto
3. Di come stia dinanzi il «lasciar essere». Il disinteresse della filosofia del manifesto pura
5. Manifestarsi e divenire
1. Divenire e manifestarsi
1.1 Passaggio. I due modi di declinarsi della domanda se un divenire processuale sia manifesto
2. L’attraversamento del manifestarsi da parte degli eterni presenti
2.1 Passaggio
3. Il manifestarsi del divenire
3.1 Digressione sul «nulla»
3.2 Ripresa del paragrafo
3.3 Nota sul divenire del linguaggio
4. Ancora sul senso di questa esposizione (risposta a un’obiezione)