No al protezionismo!
Idee per una globalizzazione migliore
a cura di Helen Disney
Prefazione di Antonio Martino
Cartaceo
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Nel settembre 2003, l’Istituto Bruno Leoni ha inaugurato le proprie attività promuovendo e pubblicando, nel giorno d’apertura della conferenza della World Trade Organization a Cancun, un manifesto contro i rigurgiti protezionisti.
Le ragioni della
Nel settembre 2003, l’Istituto Bruno Leoni ha inaugurato le proprie attività promuovendo e pubblicando, nel giorno d’apertura della conferenza della World Trade Organization a Cancun, un manifesto contro i rigurgiti protezionisti.
Le ragioni della libertà di scambio sono ben note, e sono al centro della riflessione della scienza economica sin dai tempi di Adam Smith. “No al protezionismo! Idee per una globalizzazione migliore” (pubblicato in collaborazione con lo “Stockholm Network”) non solo ripercorre un importante campionario di argomenti, ma pone al centro del dibattito alcuni nodi cruciali nella nostra economia globalizzata: la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, ad esempio, così come pure la politica agricola dell’Unione Europea. Esaminando più da vicino tali problemi, ci si accorge che l’Occidente “politico” è ben lungi dall’essere quell’agente “globalizzatore” di cui parlano i suoi nemici. Anzi. È proprio in questa recrudescenza di barriere e dazi che si può ritrovare la colpa di chi antepone l’interesse di pochi gruppi di pressione (come la lobby degli agricoltori in Europa) al benessere dei poveri del mondo.
Condannato dalle scienze sociali, il protezionismo è ancora moneta corrente sulle pagine dei giornali e in Parlamento. Eppure, come spiega Antonio Martino nella sua prefazione, “il protezionismo è indifendibile, se si persegue il benessere di tutti (cioè dei consumatori) e non quello di pochi (l’industria protetta)”.