Mezzogiorno fai da te?
Il Partito del Sud e le politiche per lo sviluppo. Contributi di Mario Centorrino, Piero David, Domenica Farinella, Alberto Russo
a cura di Mario Centorrino e Alberto Russo
Cartaceo
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Nel quadro di un contesto culturale in cui sempre meno si parla della «questione meridionale» – «oscurata» dalla «questione settentrionale» -, grazie anche alla colpevole acquiescenza di tanta parte della classe politica dell’Italia del
Nel quadro di un contesto culturale in cui sempre meno si parla della «questione meridionale» – «oscurata» dalla «questione settentrionale» -, grazie anche alla colpevole acquiescenza di tanta parte della classe politica dell’Italia del Sud, si è verificata, negli anni, una sistematica e progressivamente crescente spoliazione (e conseguente dirottamento di risorse) ai danni del Meridione.
Il sistema dei partiti, ormai da un decennio, appare sempre più sbilanciato a favore del Nord per la presenza della Lega, soggetto politico profondamente radicato nel territorio, coeso, bene organizzato e con una base popolare dotata di un forte senso di appartenenza a una comunità militante.
Avrebbe senso logico ipotizzare, in questo contesto, la nascita di un Partito del Sud? Un partito, cioè, simmetrico alla Lega Nord, fondato su una robusta base territoriale, interessato, sulla base di un quadro di valori portanti, a difendere gli interessi del Mezzogiorno, ad avere come visione strategica la riduzione dei divari tra il Sud e le altre regioni europee. Con un’offerta politica relativamente ristretta (lo sviluppo del Mezzogiorno in un quadro unitario di crescita), ma con una capacità di negoziazione sul tema superiore a tutti gli altri partiti.