Metamorfosi del «Cattolicesimo reale»
Sulla dinamica ideologica del movimento cristiano principale
Cartaceo
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È venuto via via determinandosi, nella consueta riflessione canonistica, un processo di crescente omologazione dell’ordinamento della Chiesa al metro dell’ordinamento dello Stato. E questo come a voler fare, della Chiesa, un «quasi-Stato»: e come
È venuto via via determinandosi, nella consueta riflessione canonistica, un processo di crescente omologazione dell’ordinamento della Chiesa al metro dell’ordinamento dello Stato. E questo come a voler fare, della Chiesa, un «quasi-Stato»: e come a voler fare, del ius canonicum, un che di equiparabile, almeno a grandi linee, al ius civile. Né ci si è dati gran che carico di quanto in effetti possa nuocere una spigliata applicazione (sin acritica: meccanica) di un simile «metodo analogico». Non ci si è punto preoccupati di quanto questa disinvolta procedura si possa far apportatrice d’esiti falsanti: non sul piano teoretico soltanto, ma sullo stesso piano pratico: del «vissuto umano». E son esiti capaci di distorcere lo spirito dell’ordinamento generale della Chiesa: misconoscendo lo stesso proprium quid che lo fa essere un qualcosa a sé nella vicenda storica degli uomini. Si dà che un tal concedersi alla comoda lusinga d’una generale operazioni di «mimesi dottrinaria», e quasi di «traslitterazione nozionale», sia cosa che – se può essere in grado, in prima istanza, di recare frutti copiosi, benché facili – è però tale da condurre in fine alla vanificazione dell’intimo significato canonistico dei massimi temi canonistici. Trattati alla maniera civilistica, quei temi corrono il rischio di soffrire oltre misura il contraccolpo di certi accostamenti null’altro che apparenti: di certe semplici assonanze. Rischiano di vedersi scancellati i segni della propria tipicità.