Liberalizzaci dal male
Orari, mercato del lavoro, trasporti-reti: come, quando, chi, dove e perché
Prefazione di Giacomo Ferrari
Cartaceo
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Cercando il futuro. Tra l’andamento economico italiano e il debito pubblico che pesa sulle nuove generazioni. Partiamo da due capitali simbolo per lo spread: Francoforte e Atene, osservate nella loro struttura culturale ed organizzativa
Cercando il futuro. Tra l’andamento economico italiano e il debito pubblico che pesa sulle nuove generazioni. Partiamo da due capitali simbolo per lo spread: Francoforte e Atene, osservate nella loro struttura culturale ed organizzativa – ad esempio, gli orari dei mezzi pubblici e l’apertura e chiusura dei musei – ed è subito fatto un confronto con il sistema italiano che regola il rapporto fra i luoghi che detengono beni culturali e gli orari che ne permettono l’accesso. Un tono ironico per affrontare il bisogno delle liberalizzazioni a partire dall’episodio che ha visto il Presidente tecnico, Monti, dal barbiere, in un giorno di domenica. L’autrice non esita a riportare una lettera, a firma di alcuni parrucchieri di Marsala, «contro l’ordinanza comunale di restare aperti solo le mattine, con multe per chi avesse aperto anche il pomeriggio». Liberalizzazioni per non dimenticare le «altre città» e gli «altri quartieri», non serve accanirsi su Roma e Milano, se poi nessuno pensa che esistono tutte le altre realtà locali «scollegate». Persino col treno.
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