Le «leggi» di Platone
Trama e argomentazione
a cura di Carlo Altini
Cartaceo
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Che cos’è la legge? Che cos’è la giustizia? Qual è il rapporto tra legge, giustizia e costituzione politica? Come può una costituzione decisa storicamente essere giusta sub specie aeternitatis? Queste ed altre domande individuano
Che cos’è la legge? Che cos’è la giustizia? Qual è il rapporto tra legge, giustizia e costituzione politica? Come può una costituzione decisa storicamente essere giusta sub specie aeternitatis? Queste ed altre domande individuano il cuore della tensione dialettica, irrisolta e irrisolvibile, tra filosofia e politica, vero e proprio leitmotiv del pensiero di Leo Strauss, dalle sue prime opere su Hobbes e Spinoza degli anni Trenta fino al suo ideale testamento spirituale, il presente volume sulle Leggi di Platone, pubblicato postumo.
Giustizia, costituzione e legge sono i temi su cui, allo scopo di fondare una città, discutono i tre anziani interlocutori del dialogo platonico nel loro cammino da Cnosso al santuario di Zeus sull’isola di Creta.
Evidente , nel Platone di Strauss , la pars destruens del problema: non può essere semplicemente la volontà del legislatore il criterio attraverso cui definire la giustizia di una costituzione, così come non può essere semplicemente la legalità il criterio attraverso cui valutare la virtù di un regime.
Più problematica, invece, la pars construens del rapporto tra filosofia e politica: la giustizia di una legge, o di una costituzione, dipende infatti dalla sua verità, non dal suo essere decisione autoritativa o tradizionale. E a questo problema non può essere fornita una risposta semplicemente politica, bensì filosofica. Come comporre insieme, allora, verità filosofica e saggezza pratica? Come evitare conflitti tra le esigenze di stabilità socio-politica e la tutela dell’autonomia di pensiero? Come può il filosofo essere un buon cittadino e, allo stesso tempo, un severo analista delle istituzioni della propria città?