AA.VV.

Le forme e la storia ns XVII, 2024, 1

Il dolore nella letteratura II. A Nicolò Mineo in memoriam

a cura di Laura Bottini, Andrea Manganaro, Antonio Pioletti

Cartaceo
14,25 15,00

Laura Bottini
«Avanti a Dio solo mi lamento del mio tormento e del mio dolore» (Corano 12, 86): dell’amore e dolore di Giacobbe per suo figlio Giuseppe

Il profeta Giacobbe è ricordato in alcuni luoghi della

Laura Bottini
«Avanti a Dio solo mi lamento del mio tormento e del mio dolore» (Corano 12, 86): dell’amore e dolore di Giacobbe per suo figlio Giuseppe

Il profeta Giacobbe è ricordato in alcuni luoghi della Sura di Giuseppe, il capitolo dodicesimo del Corano. Questi versi coranici sono stati qui letti attraverso l’analisi dei materiali tramandati da Muḥammad ibn Masʿūd al-ʿAyyāshī (m. 932) ne al-Tafsīr, commentario coranico sciita pre-buide, una delle cui caratteristiche è, in effetti, la spiegazione della Parola di Dio attraverso la narrazione delle tradizioni raccontate dagli imam (tafsīr bi l-maʾthūr), circolanti alla sua epoca. Particolare attenzione viene data al legame padre-figlio e agli stati emozionali che segnano le differenti tappe della separazione tra Giacobbe e Giuseppe nonché alle esperienze sensoriali e corporee che le accompagnano. Ne emerge un profilo di Giacobbe assai sfaccettato: di profeta messo alla prova da Dio e di padre aperto al dolore.

The prophet Jacob is mentioned in several places in the Sūra of Joseph, the twelfth chapter of the Qurʾān. These Qur’anic verses are read here through the analysis of the materials transmitted by Muḥammad ibn Masʿūd al-ʿAyyāshī (d. 932) in al-Tafsīr, a pre-Buwayhid Shīʿī Qurʾanic commentary. One of the features of this commentary is, in fact, the explanation of the Word of God through the narration of the traditions recounted by the imams (tafsīr bi l-maʾthūr), as circulating in his time. Particular attention is given to the father-son bond and, in particular, to the emotional states that mark the different stages of separation between Jacob and Joseph, as well as the sensory and bodily experiences that accompany them. A very multifaceted profile of Jacob emerges: as a prophet tested by God and as a father intensely vulnerable to pain.

Antonio Sichera
La poesia e il dolore. Ungaretti e Montale

Il saggio si divide in due parti. Nella prima si punta a ricostruire lo sfondo teorico in cui si inquadra la questione del rapporto tra la poesia e la morte dell’altro, in termini esistenziali e psico-evolutivi. Nella seconda parte la cornice teorica viene come messa alla prova nel confronto coi due maggiori poeti del Novecento italiano – Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale – e con i loro libri dedicati ai corpi amati perduti. Per Ungaretti si tratta essenzialmente del libro dedicato alla morte del figlio Antonietto – Il Dolore (1947) –, per Montale di Xenia (1971), il canzoniere dedicato alla moglie morta. In entrambi i poeti la dimensione della voce appare decisiva, pur in una diversa considerazione della poesia e del suo ritorno.

The essay is divided into two parts. The first aims to reconstruct the theoretical background in which the question of the relationship between poetry and the death of the other is framed, in existential and psycho-evolutionary terms. In the second part, the theoretical framework is put to the test in the comparison with the two greatest poets of the Italian 20th century – Giuseppe Ungaretti and Eugenio Montale – and with their books dedicated to lost loved ones. For Ungaretti it is essentially the book dedicated to the death of his son Antonietto – Il Dolore (1947) –, for Montale it is Xenia (1971), the songbook dedicated to his dead wife. In both poets, the dimension of the voice appears decisive, even if in a different consideration of poetry and its return.

Antonietta Bivona
Tradurre il francese dei testi teatrali della Shoah: questioni ritmiche, sintattiche e lessicali

Tenendo conto di diversi approcci e teorie, il saggio approfondisce alcuni aspetti della traduzione del testo teatrale. Il corpus di riferimento si compone di quattro pièces francesi, la cui particolare stilistica si fonda sulla commistione tra oralità e letterarietà e sull’uso sistematico delle figure della ripetizione. Un’analisi linguistica e traduttiva dei testi evidenzierà come le differenze tra i vari sistemi linguistici e alcune specificità fonetiche, morfosintattiche e lessicali del francese creino alcune difficoltà nel passaggio da una lingua all’altra, rendendo necessario il ricorso a precise strategie di compensazione.

Taking different approaches and theories into account, the essay explores certain aspects of the translation of theatrical texts. The reference corpus consists of four French pièces, whose stylistic peculiarity is based on the mixture of orality and literariness and the systematic use of figures of repetition. The linguistic and translational analysis of the texts will highlight how the differences between the various linguistic systems and certain phonetic, morphosyntactic and lexical specificities of the French language pose several challenges in the transition from one language to another, making it necessary to resort to precise compensatory strategies.

Salvatore Claudio Sgroi
Il “dolore” nella lingua italiana di matrice greco-latina alla luce di «Google (Libri Ricerca Avanzata)»

Si definiscono i paradigmi morfologici dei derivati del lessema dolore e della radice alg- (-algìa, analgesìa, algo-) per un totale di 252 lessemi disposti a catena e a raggiera (175 neoformazioni, il resto latinismi e grecismi), dal ’200 al terzo millennio. Si retrodatano così c. 107 lessemi rispetto ai dati lessicografici (Batt., GRADIT) sulla scorta di “Google libri ricerca avanzata” non solo di pochi anni ma anche di vari decenni e di più secoli, correggendo anche varie derivazioni.

The A. defines the morphological paradigms of the derivatives of the Italian lexeme dolore and the stem alg- (algìa, analgesìa, algo-), in total 252 lexemes, laid out in a sequential and radial arrangement (175 neologisms and other Latinisms and Graecisms) from the XIII to the XXI century. The A. antedates about 107 lexemes compared with Battaglia, GRADIT, thanks to data from “Google Books Advanced Book Search” from over several decades and centuries, rectifying several derivations.

Margherita Lecco
«Tes encanteres n’iert jamés» (Première Continuation Perceval, v. 2058). Maghi e magie nel romanzo arturiano

Molti studi sono stati dedicati alla figura dell’enchanteur nella chanson de geste, pochi sono invece i lavori che si sono occupati di tale figura nel romanzo. L’articolo si propone di ricordarne alcune, cercando poi di esaminare la presenza di alcuni tratti ricorrenti e del valore che essi vengono ad avere nella strutturazione del testo.

Many studies have been devoted to the figure of the magician in the chanson de geste, few instead for the romance. The article aims to examine some of them (some already known, other not) and trying to trace common elements and to determine their function.

Elena Muzzolon
Sagremor lo Sfrenato, o dell’eroe oltre misura

Le apparizioni di Sagremor nella narrativa di materia bretone consentono di profilare una caratterizzazione iperbolica e outrée di un personaggio che si posiziona nelle zone estreme della sensibilità e della fisicità, in violenta oscillazione tra motricità sovreccitata e quiescenza, tra frenesia bruciante e défaillance da ipotermia. Nei tratti del cavaliere soprannominato Lo Sfrenato si esprime sempre una isteria fuori misura, svariante dall’acuzie dell’ipercinesi alla passività astenica in cui collassa dopo i furori dell’azione. L’articolo si propone di valorizzare e di studiare quelle caratteristiche di Sagremor che si segnalano per il loro arcaismo, ricollegandosi a plessi mitico-religiosi di remota antichità e a tradizioni di lunga durata, come l’attributo dell’incandescenza corporea, che lascia intravedere un’affinità strutturale con il calore sviluppato dagli sciamani durante la seduta estatica e con le vampe balenanti dagli eroi nelle accensioni del furor guerriero.

Sagremor’s appearances in Arthurian medieval fiction allow for the hyperbolic and exaggerated characterization of a figure who occupies the extreme realms of sensitivity and physicality, violently oscillating between hyperactiveness and quiescence, between burning frenzy and collapse into hypothermia. In the traits of the knight known as the Unrestrained, there is always an excessive hysteria, varying from the sharpness of hyperkinesis to the asthenic passivity in which he collapses after the furies of action. This article aims to highlight and study those characteristics of Sagremor that are notable for their archaism, reconnecting to ancient mythical-religious complexes and long-standing traditions, such as the attribute of bodily glow, which suggests a structural affinity with the heat developed by shamans during ecstatic sessions and with the flashing flames emanating from heroes in the throes of warrior fury.

Katia de Abreu Chulata
Contribuição da Antropofagia oswaldiana para uma leitura crítica dos estudos linguísticos no Brasil

In questo studio si analizza la proposta di Antropofagia Culturale di Oswald de Andrade, con le sue riflessioni sulla letteratura, la lingua e la cultura brasiliana sotto forma di poesie e Manifesti, collegandola con il Concretismo (Augusto e Haroldo de Campos, Décio Pignatari) e il Tropicalismo (Hélio Oiticica, Caetano Veloso). Lo scopo di questo collegamento – sulla base di paradigmi letterari e culturali in cui la questione della lingua nazionale brasiliana è relegata all’ambito letterario – è quello di proporre una riflessione sulle ragioni del ritardo degli studi linguistici in Brasile e della sua evoluzione riguardo alla descrizione linguistica e alla riflessione sulla lingua realmente parlata. Per gli studi linguistici sono stati presi in considerazione gli studi di A.T. de Castilho, M. Kato, D. Lucchesi, M.H.M. Neves, C.A. Faraco. Infine, rifletto brevemente sulla situazione e su alcuni risultati degli studi di Linguistica Storica in Brasile.

In this study I analyse the proposal of Cultural Anthropophagy by Oswald de Andrade, with his reflections on Brazilian literature, language and culture in the form of poems and posters, connecting with Concretism (Augusto and Haroldo de Campos, Décio Pignatari) and the Tropicalism (Hélio Oiticica, Caetano Veloso). The final aim of this connection is, on the basis of literary and cultural paradigms in which the question of the Brazilian national language is relegated to the literary sphere, to show and reflect on the delay with which linguistic studies in Brazil began and then developed regarding to the linguistic description and reflection on the language actually spoken in Brazil. For linguistic studies I rely on A.T. de Castilho, M. Kato, D. Lucchesi, M.H.M. Neves, C.A. Faraco. Finally, I briefly reflect on the situation and some results of Historical Linguistics studies in Brazil.

Lorella Martinelli
Intertextualité et polymorphisme dans la chanson intellectuelle de Georges Brassens

L’articolo analizza il percorso creativo dello chansonnier Georges Brassens, icona rappresentativa di una stagione vitale della cultura francese segnata dall’esistenzialismo e dagli umori della contestazione. Personaggio irriverente, schivo, controcorrente, Brassens ha rinnovato il linguaggio della canzone d’autore attraverso una combinazione sapiente di forme colte e popolari, ricco di influenze letterarie (Villon, La Fontaine, Prévert,Valéry) ma al tempo stesso innervato da calchi prelevati dall’argot, dando vita a una tradizione “letteraria” che valica i confini nazionali.

This article analyses Georges Brassens’s creative journey as a chansonnier, and the way in which he is not simply representative of the history of the French song, but also an icon of a memorable style and age. Irreverent, shy and undoubtedly unconventional, Brassens renewed the song’s modes of expression through the skilful use of a cultured and popular language, rich in literary influences (Villon, La Fontaine, Prévert, Valéry) and equally characterized by elements taken from the argot, thus founding a “literary” tradition that will later develop in France and beyond.

Ugo Perolino
Finzione e verità in Esterno notte di Marco Bellocchio

Il saggio indaga la struttura narrativa della fiction televisiva Esterno notte di Marco Bellocchio. Sono analizzati in particolare alcuni elementi narrativi che collidono con le indagini della Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Giuseppe Fioroni, come l’episodio della visita di un sacerdote nel covo in cui è tenuto prigioniero Aldo Moro, nell’ultimo episodio della serie. Questa figura è stata a lungo identificata con monsignor Antonio Mennini, nunzio apostolico vaticano in Gran Bretagna fino al 2017, che ha però sempre negato.

The paper focuses on the narrative structure of Marco Bellocchio’s television drama Esterno notte. In particular, some narrative elements that collide with the Moro is held captive, in the last episode of the series. This figure has long been identified as Monsignor Antonio Mennini, the Vatican’s apostolic nuncio to Britain until 2017, but he has always denied it.

Nicolò Cantone
Il culmine della visione. Qualche nota su Dio nei Trionfi di Petrarca

L’articolo si propone di fornire un regesto ragionato delle occorrenze del tema della divinità nei Trionfi, saggiando la possibilità di desumerne una precisa concezione filosofico-religiosa. Il Triumphus Eternitatis si conferma come il luogo dove si addensano le principali asperità ideologiche, a dispetto di antichi sforzi di appianarle. L’assenza della figura del Risorto, in particolare, nonostante la centralità accordata al tema della resurrezione della carne, sollecita interrogativi intorno all’adesione del poema petrarchesco al suo pur evidente sottofondo teologico paolino e agostiniano.

The article aims to explore divinity within Petrarch’s Triumphs, trying to extract a clear understanding of God from the occurrences of the theme along the poem. The Triumphus Eternitatis stands as the nexus where the main ideological complexities concerning theology converge, notwithstanding efforts to simplify it. Notably, the absence of Christ’s figure, despite the prominence of the theme of bodily resurrection, prompts inquiries into Triumphs’ alignment with the teachings of St. Paul and St. Augustine.