Le forme e la storia ns XIV, 2021, 1
Lecture Danits. Letture del Purgatorio
a cura di Sergio Cristaldi e Sebastiano Italia
Cartaceo
€14,25 €15,00
Sergio Cristaldi
Introduzione. Purgatorio: il tempo e i segni
Gino Ruozzi
Ricordo di Andrea Battistini
Nicolò Mineo
Per uno schema essenziale di lettura del Purgatorio per “parti”
La seconda cantica della Divina Commedia è più uniforme della prima. Dante nel
Sergio Cristaldi
Introduzione. Purgatorio: il tempo e i segni
Gino Ruozzi
Ricordo di Andrea Battistini
Nicolò Mineo
Per uno schema essenziale di lettura del Purgatorio per “parti”
La seconda cantica della Divina Commedia è più uniforme della prima. Dante nel secondo regno compie la propria purificazione, e si trova quindi nella medesima condizione delle anime. L’uno e le altre inoltre sono in un’uguale condizione di passaggio. Perciò gli incontri hanno sempre un carattere di confessione e tanto spesso di intimità e reciproca comprensione.
The second canticle of The Divina Commedia is more uniform than the first. Dante completes his own purification, and is therefore in the same condition as the souls. The one and the other are also in an equal condition of passage. Therefore, the meetings always have a character of confession and so often of intimacy and mutual understanding.
Erminia Ardissino
Il Purgatorio di Dante: un aldilà in preghiera
Il saggio studia le forme precative di cui Dante intesse la seconda cantica. Esistono parodie della preghiera anche nella prima cantica, cos. come esistono canti (preghiere) di lode nella terza, ma il purgatorio . presentato davvero come il regno in cui si prega e si riflette sulla preghiera ripetutamente. La narrazione del viaggio diventa quindi occasione per molti riferimenti al pregare: il Purgatorio è costellato di citazioni, per lo pi. dai salmi, ma vi si trovano anche richieste di suffragio, atti penitenziali, altre forme di devozione. La critica non ha prestato particolare attenzione a questo aspetto del poema, ad eccezione forse della traduzione con commento del Pater noster del canto XI, versi che confermano l’importanza dell’argomento nella seconda cantica.
The essay considers the prayers which constitute an important textual element of the second cantica. Although we also find prayers in the Inferno (mainly in the form of parody), and in the Paradiso we read several praisesongs addressed to God, in Purgatorio acts and words of prayer are very frequent. Purgatory is presented by Dante as the realm in which souls repeatedly pray and think about praying, meaning that the narrative bears frequent references to worship. The cantica is full of citations, above all from the Psalms, but also allusions to prayer, in the form of requests for intercession, penitential words and acts, and familiar recitations. Criticism of the poem has paid little attention to this element, with the exception of the translations and commentaries on the Pater noster found in Canto XI, verses which confirm the importance of the topic in the second cantica.
Andrea Battistini
Albe e tramonti nel Purgatorio dantesco
Nella Commedia tramonti e albe non hanno mai una funzione decorativa, né servono soltanto a scandire lo scorrere del tempo, ma si rivestono di significati simbolici, facendo rivivere ogni volta l’incessante dialettica di peccato e innocenza. Come tutti sanno, poco prima dell’alba Dante fa dei sogni, già molto studiati e che non saranno oggetto di questo intervento. Oggi che dalla critica anglosassone è venuto di moda fare dei Vertical readings, ossia commentare insieme i canti con lo stesso numero nelle tre cantiche, non stupisce più di trovare molti punti di contatto, anche se di segno opposto. Il sorgere dell’alba ha quindi un valore figurale: non è solo un’indicazione temporale ma l’allegoria della risurrezione dello spirito. Per il Medioevo e per Dante in particolare ogni elemento naturale rappresenta sempre valori spirituali. Tutto è pronto per la liturgia del rito e l’alba è di esso momento imprescindibile perché è il punto in cui la luce mette finalmente in fuga le tenebre del peccato. Dante continua a rimanere silenzioso, in un’atmosfera assorta di solitudine. Anche Dante, novello Mosè, sta facendo ritorno alla terra promessa, ora che Dante si accinge a entrare nel Paradiso terrestre, in un clima di rinascita spirituale.
In the Commedia sunsets and dawns never have a decorative function and neither do they serve only to mark the passing of time, but they are granted symbolic meaning, bringing back to life every time the incessant dialectic of sin and innocence. As everyone knows, just before dawn Dante has dreams that have already been much studied and which will not be the subject of this contribution. Nowadays, given that from Anglophone criticism it has become fashionable to carry out “vertical readings”, i.e. to comment the cantos carrying the same number in the three canticles, it is no surprise to find many points of contact, albeit of opposites. The breaking of the dawn thus has a figural value: it is not only a temporal indication but is the allegory of the resurrection of the spirit. For the Middle Ages and for Dante in particular every natural element always represents spiritual values. Everything is ready for the liturgy of the rite and the dawn is an essential moment in this because it is the point at which the light finally chases away the darkness of sin. Dante continues to remain silent, in an atmosphere steeped in solitude. Dante too, a new Moses, is returning to the promised land, now that Dante is about to enter the terrestrial Paradise, in a climate of spiritual rebirth.
Benedetto Clausi
Il purgatorio da Le Goff a Peter Brown
Tornare, quarant’anni dopo, sul controverso volume La naissance du Purgatoire di Jacques Le Goff permette di valutarne l’impatto sulla storiografia relativa al “terzo luogo” e sugli studi danteschi. A distanza di quattro decenni, il libro sembra mantenere un’indiscussa vitalità e, nonostante le critiche di cui è stato oggetto, ha ormai acquisito statuto di autorevolezza, non solo fra gli storici del medioevo. Talora, anzi, si ha come l’impressione che si tenda in qualche modo a ipostatizzarlo, con la conseguenza per. di una sostanziale devitalizzazione del paradigma epistemologico ad esso sotteso. Al contrario, con quel paradigma intrattiene una relazione feconda Peter Brown, specie nella recente trilogia sul rapporto fra realtà escatologiche e buon uso della ricchezza nella società cristiana tardoantica.
A return, forty years afterwards, to Jacques Le Goff ’s controversial volume La naissance du Purgatiore allows us to evaluate its impact on the historiography of the “third place” and also on Dante studies. Four decades later, the book seems to maintain an indisputable vitality and, notwithstanding the criticisms which it has drawn, it has now acquired authoritative status, and this not solely among medieval historians. Indeed, on occasion one has the impression that there is a tendency to hypostatize it, leading consequently, however, to a substantial devitalization of the epistemological paradigm which underlies it. On the contrary, the Irish historian Peter Brown has a fruitful relationship with that paradigm and particularly so in his recent trilogy on the relationship between eschatological realities and the good use of wealth in late ancient Christian society.
Luciano Formisano
Il pellegrinaggio letterario di Dante nel Purgatorio
Sulla scorta del paradigma continiano di “Dante personaggio-poeta”, il saggio riesamina il profilo di Dante storico della letteratura e critico militante nei canti della Commedia, con particolare riferimento ai canti XI, XXIV e XXVI del Purgatorio e alla liquidazione della grande stagione trobadorica.
On the basis of the paradigm of “Dante character-poet”, the essay re-examines the profile of Dante, historian of literature and militant critic in the Divine Comedy, with particular reference to cantos XI, XXIV and XXVI of Purgatory and to the liquidation of the great troubadour season.
Bruno Pinchard
Dante secret. Au seuil du Purgatoire…
Bruno Pinchard ricerca nell’opera dantesca le orme di un segreto impossibile a confessare, tuttavia unico oggetto della poesia. Ha trovato della canzone Tre donne non soltanto indici d’una svolta politica di Dante, ma anche l’atteggiamento di rivolta e di solitudine di qualcuna che ha la chiave sul petto. Cerca di distinguere questa fenomenologia del segreto di ogni fissazione sul Dante esoterico.
Bruno Pinchard looks in Dante’s works for the revelation of a secret impossible to enunciate, but fondamental for all the poetical principles. He has found in the canzone Tre donne… not only the first steps for a Dante’s political change after exile, but also the personal effect of the key on his goal, as he says. Pinchard wants to distinguish this phenomenology of secret from any esoteric dogma in Dante.
Giuseppe Ledda
Dal «mare crudele» all’«umile pianta»: Virgilio nel I canto del Purgatorio
L’articolo intende analizzare la presenza di Virgilio nel primo canto del Purgatorio, esaminando le riprese intertestuali delle opere del poeta latino nel loro intrecciarsi con le vicende del personaggio, la sua funzione di guida, i riferimenti al suo destino eterno. Un’attenzione speciale sarà riservata ai versi proemiali, all’incontro con Catone e ai riti purificatori nella conclusione del canto.
The article aims to discuss the presence of Virgil in the first canto of the Purgatorio, scritinizing both the intertextual allusions to his works and the treatment of Virgil as a character, with his function of guide and with the references to his eternal destiny. Special attention will be devoted to the first lines of the canto, to the dialogue with Cato, and to the purificatory rites in the final part.
Thomas Klinkert
La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel Purgatorio di Dante
Il saggio La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel Purgatorio di Dante analizza un notevole elemento di autoriflessione del testo dantesco. Un’importante funzione dei tre sogni a livello diegetico è quella di segnare tappe importanti dell’ascesa di Dante sul monte Purgatorio. Al centro dell’interpretazione qui proposta ci sono le discrepanze e le ambivalenze che si manifestano nel testo rispetto al significato dei sogni. Nel primo sogno, ad esempio, in cui Dante . portato in alto da un’aquila, il contrasto tra l’illusione e la verità è particolarmente accentuato. L’analogia tra Dante e Ganimede rivendicata dal testo si rivela fragile. Anche il rapporto tra il contenuto del sogno manifesto e l’evento reale al quale si riferisce (in verità, Dante non viene sollevato da un’aquila durante il sonno, ma da Lucia) si rivela ambiguo e contraddittorio. Nel complesso, i sogni appaiono come inserzioni allegoriche in cui il testo illumina e mette in discussione il proprio status di asserzione veritiera. Attraverso la funzionalizzazione polivalente di questi sogni, Dante analizza i meccanismi semiotici del proprio testo.
The essay La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel Purgatorio di Dante analyses a notable element of self-reflection in Dante’s text. At the diegetic level, an important function of the three dreams is to mark significant stages of Dante’s ascent of Mount Purgatory. At the core of the interpretation proposed here are the discrepancies and ambivalences that arise in the text with respect to the meaning of the dreams. In the first dream, for instance, in which Dante is carried aloft by an eagle, the contrast between truth and illusion is particularly pronounced. The analogy between Dante and Ganymede, claimed by the text, proves fragile. Moreover, the relationship between the content of the manifest dream and the real event to which it refers (in fact, Dante is not lifted up by an eagle during his sleep, but by Lucia) also proves ambiguous and contradictory. Overall, the dreams appear as allegorical insertions in which the text illuminates and questions its own status as a truthful account. Through the polyvalent functionalisation of these dreams, Dante analyses the semiotic mechanisms of his own text.
Cristina Salanitri
Una lettura del canto IX del Purgatorio: la potestas clavium
L’umile angelo che attende innanzi alla porta del purgatorio accoglie i due pellegrini con parole misericordiose capaci di condurre alla salvezza. L’an gelo si presenta come il claviger, colui che tiene nelle sue mani le due chiavi di Pietro. Dante mostra come le parole evangeliche che Gesù disse a Pietro “Ti dar. le chiavi del regno dei cieli” rivelino l’attribuzione di un potere spirituale e simboleggino l’autorità di assolvere i peccatori. Cos., nella Monarchia, rifiuta di intendere la potestas clavium come un potere politico capace di sottomettere tutti i governanti secolari. Vedremo anche quali immagini artistiche potrebbero aver influito sulla sensibilità del poeta nel comporre il nono canto, nonché aver ispirato il visibile parlare del successivo canto decimo.
The humble angel waiting at the door of purgatory, welcomes the two pilgrims with words of mercy that can open the way to salvation. The angel explains his role as a claviger, holding S. Peter’s keys in his own hands. Dante shows how the words that Jesus told to Peter “I will give you the keys of the kingdom of heaven” reveal a spiritual power and symbolize an authority in forgiving sinners. At the same time, in Monarchia, Dante rejects the political significance of the potestas clavium as a mean to put into submission the secular power. We shall see which images, in medieval art handicraft, might have affected the poet’s sensitivity in writing the ninth canto, as well as the visibile parlare in the next tenth canto.
Sebastiano Italia
La creazione dell’anima. Dante, Alberto Magno, Avicenna (Purgatorio XXV)
Il saggio affronta la difficile questione della creazione dell’anima e della sua unità, mostrandone la derivazione avicenniana – contro Averro. e contro Tommaso, ma avendo anche di mira Guido Cavalcanti –, nonché il problema di come le anime del purgatorio – dopo quelle infernali – possono patire pene fisiche. Lo studioso mette in rilievo la novità della soluzione dantesca del “corpo aereo”, che combina la matrice aristotelica con elementi di discendenza neo-platonica. Posta in gioco, “il problema generale del processo di salvezza” e, di conseguenza, la posizione autoriale di Dante nel suo rapporto con il divino.
The essay deals with the difficult question of the creation of the soul and its unity, illustrating its Avicennian derivation – against Averroes and against Thomas Aquinas, but also looking towards Guido Cavalcanti – as well as the problem of the how the souls of Purgatory – after those of the Inferno – can suffer physical pains. The scholar highlights the novelty of the Dantesque solution of the “aerial body”, which combines the Aristotelian matrix with elements of neo-Platonic derivation. The stakes here are, “the general problem of salvation,” and, consequently, Dante’s authorial position in his relationship with the divine.
Gian Luca Potestà
«Vendetta di Dio non teme suppe» (Pg. XXXIII, 36). Ancora su Dante, Filippo il Bello e Clemente V
Giunto nell’Eden, Dante, dopo aver sintetizzato in una serie di visioni le fasi principali della storia della Chiesa romana fino al recente trasferimento in Francia, preannuncia una misteriosa vendetta divina: «chi n’ha colpa, creda / che vendetta di Dio non teme suppe». (Pg. XXXIII, 35-36). Il significato del termine “suppe” è storiograficamente controverso. Per comprenderlo, l’articolo ricorda innanzi tutto la consuetudine medievale di sacralizzare impegni di reciproca fedeltà attraverso un giuramento, ritenuto tanto pi. vincolante se espresso durante una liturgia eucaristica. Le “suppe” sono fette di pane intinte nel vino consacrato. Nell’evocarle, Dante non pu. che riferirsi al patto segreto tra Filippo il Bello e Bertrand de Got, grazie al quale l’arcivescovo di Bordeaux potè diventare papa Clemente V. L’allusione ripropone le questioni della storicità dell’episodio, finora noto solo grazie al racconto di Giovanni Villani, e più in generale dei rapporti tra Dante e Villani.
Upon his arrival in the Garden of Eden, Dante recalls in a series of visions the principal phases of the history of the Roman Church until its recent transfer to France. He then announces a mysterious divine revenge: “chi n’ha colpa, creda / che vendetta di Dio non teme suppe” (Pg. XXXIII, 35-36). The meaning of the term “suppe” is disputed from a historiographical point of view. In order to understand it, the article first recalls the mediaeval habit of sacralizing mutual undertakings of loyalty through oaths, which were considered all the more binding if expressed in the course of an Eucharistic liturgy. “Suppe” are slices of bread dipped in sacramental wine. In evoking them, Dante cannot but be referring to the secret pact between Philip the Fair and Bertrand de Got, thanks to whom the archbishop of Bordeaux became Pope Clement V. Dante’s allusion thus raises again the debated question of the historical basis of the meeting, which so far was known only through the account by Giovanni Villani, and allows to reconsider the relationship between Dante and Villani.
Carmelo Tramontana
L’ombra di Guinizzelli: padri e figli (Purg. XXVI)
L’intervento parte dall’analisi del ruolo svolto dal personaggio di Guinizzelli nel XXVI canto del Purgatorio, e prova a illustrare l’importanza di questo confronto (Dante-Guinizzelli) sia dal punto di vista strettamente narrativostrutturale (quali siano i significati simbolici e allegorici riposti nella cornice dei lussioriosi e nell’incontro-dialogo con Guinizzelli alla luce dell’intero viaggio purgatoriale) sia dal punto di vista poetico-letterario. In particolare, in riferimento a questo secondo aspetto, l’incontro purgatoriale con Guido viene letto come momento di autodichiarazione poetica, uno di quei luoghi dell’opera dantesca in cui Dante definisce la propria poetica attraverso l’agone più o meno dichiarato con altri poeti, in questo caso attraverso una precisa strutturazione simbolica della cornice e attraverso una drammatizzazione narrativa che sono entrambe (lo scenario allegorico e il dialogo tra i due) oggetto puntuale di analisi.
The article starts from the analysis of the role played by the character of Guinizzelli in Purgatory, canto XXVI, and tries to clarify the importance of this comparison (Dante-Guinizzelli) from both a strictly narrative-structural point of view (the symbolic and allegorical meanings of the terrace of the lustful and the significance of the encounter-dialogue with Guinizzelli in the light of the entire journey across Purgatory) and from the poetic-literary viewpoint. In particular, with reference to this second aspect, the encounter with Guido can be read as a moment of poetic self-statement, one of those places in Dante’s work in which Dante defines his own poetics through the more or less critical comparison with other poets. In this case he achieves his aim by building a precise symbolic framework and a dramatic narrative structure which are both (the allegorical setting and the dialogue between the two) precise objects of the following analysis.
Postfazione
Antonio Pioletti
Anniversario dantesco e crisi dei saperi umanistici. Ancora sulla “filologia della contemporaneità” e sull’“inutilità” dei saperi umanistici
L’autore prende spunto dalle celebrazioni dantesche previste per il 2021 e rileva come si manifesti un evidente contrasto fra la loro solennità e la crisi che non da oggi investe la funzione che il paradigma economico-sociale e culturale dominante assegna ai saperi umanistici. Propone quindi una riflessione sulle cause di questa crisi e l’importanza che rivestono una “filologia della contemporaneità” e l’auspicio di una forte iniziativa politico-culturale dell’insieme dell’area umanistica.
The author takes his cue from Dante’s celebrations scheduled for 2021 and notes a clear contrast between their solemnity and the crisis that for some time now has affected the function that the dominant economic-social and cultural paradigm assigns to humanistic knowledge. He therefore proposes a reflection on the causes of this crisis and the importance of a “contemporary philology” and the hope of a strong political-cultural initiative on the part of the humanistic area as a whole.