La verità discoperta dal tempo
<> restauro drammaturgico in due tempi di Alberto Perrini
Cartaceo
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Era ben noto che il massimo architetto e scultore barocco romano, Gian Lorenzo Bernini, mettesse in scena, con sbalorditivi apparati scenotecnici, commedie da lui scritte e recitate, ma questa sua attività fu sempre considerata
Era ben noto che il massimo architetto e scultore barocco romano, Gian Lorenzo Bernini, mettesse in scena, con sbalorditivi apparati scenotecnici, commedie da lui scritte e recitate, ma questa sua attività fu sempre considerata soprattutto una curiosità storica e aneddotica, tanto più che nessuno dei suoi testi teatrali era giunto fino a noi. Finalmente, all’inizio degli anni Sessanta, Cesare D’Onofrio scoprì nella Biblioteca Nazionale di Parigi il manoscritto d’una commedia del Bernini. Si trattava però d’una sorta di canovaccio piuttosto confuso, lacunoso e incompleto (a conti fatti mancava almeno il 40 per cento dell’intero testo).
Alberto Perrini, proprio per la specializzazione professionale che esercitava, fu invitato dallo stesso D’Onofrio a un’impresa che sembrava impossibile: il ‘restauro’ drammaturgico di quel reperto. Accettò la sfida e, giovandosi della consulenza storica del D’Onofrio, ma anche di quella di illustri studiosi di teatro come Mario Apollonio e Vito Pandolfi, con un paziente lavoro di ricerca, approfondimento e indagini a largo raggio, durato quasi trent’anni, ha trovato tutti i ‘tasselli’ e le più attendibili e indispensabili ‘protesi’ per colmare le grosse lacune del manoscritto, riuscendo alla fine ad amalgamare, in un’opera compiuta e omogenea, la ‘comedia ridiculosa’ che il Bernini aveva progettata e in parte scritta.
E così mentre la Spagna si nutriva del Teatro del “Siglo de Oro” e l’Italia della Commedia dell’Arte, si scopre che, a livello europeo, tra l’epopea di Shakespeare e quella di Molière, per la sua notevole statura di originale e geniale uomo di teatro, si collocava anche Gian Lorenzo Bernini.
Il volume è arricchito dall’aggiunta di un’Appendice in cui sono stati, nell’ordine, riprodotti: a) il testo integrale, pubblicato dal D’Onofrio nel 1963, del canovaccio dialogato, lacunoso e incompiuto della commedia del Bernini; b) il testo del Dialogo di Lelio G:, Gio: Lorenzo B. rinvenuto, e pubblicato nel 1966 sempre dal D’Onofrio, fra le carte di Lelio Guidiccioni conservate nel Fondo Barberini, da cui – come da altri testi del Bernini e da lettere, relazioni, biografie o diari dei suoi contemporanei – Alberto Perrini ha ricavato, con maestria, aforismi, stilemi e battute; c) la scena IX (con il dialogo tra Beatrice e Arlecchino) dell’Atto I della commedia di Carlo Goldoni dal titolo I pettegolezzi delle donne, utilizzata da Perrini per integrare – come viene spiegato nel saggio introduttivo – la prima scena tra Zanni e Coviello, rivelatrice di un tipico ‘soggetto’ della Commedia dell’Arte appena siglato con poche battute iniziali nel canovaccio del Bernini.
Rassegna
- Gazzetta di Parma 2024.04.14
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