La rivincita
Traduzione di Paolo Rago
Si esce mai davvero di prigione? O meglio, dove inizia la prigione? Nell’Albania totalitaria della seconda metà del XX secolo raccontata ne La rivincita, l’esistenza di Aleks Krasta, condannato senza conoscerne
Traduzione di Paolo Rago
Si esce mai davvero di prigione? O meglio, dove inizia la prigione? Nell’Albania totalitaria della seconda metà del XX secolo raccontata ne La rivincita, l’esistenza di Aleks Krasta, condannato senza conoscerne i motivi come “traditore della patria”, si fa testimonianza per tanti altri che hanno “un libro intero da raccontare”. Divorato dall’ombra del padre, un membro autorevole dell’apparato statale, e vinto dalla sventura, Aleks arriva a conoscere tutti i gradi di una vera e propria discesa agli inferi. Lo accompagna il suo unico amico, il narratore, il suo doppio, che raccoglie la storia della sua vita. La colpevolezza onnipresente (che accosta l’eroe a K. di Kafka), le torture inflitte ai francescani di Shkodra, la donna amata divenuta illusione… il mondo offre come sola via d’uscita la vertigine interiore, quel gioco in cui bisogna essere personaggio, regista e spettatore. Con uno stupefacente controllo nella costruzione del racconto, Bashkim Shehu elabora un’originale scrittura del carcere che procede alla cieca nel labirinto dei ricordi seguendo il filo di una speranza: che sia fatta giustizia.
Rassegna
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Qui e ovunque, la nostra Albania
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Anche le bambole ci spiano. La Lettura nell’era della sorveglianza
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Intervista a Bashkim Shehu - mangialibri.com 2019.11.07
La Rivincita
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