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La responsabilità civile della pubblica amministrazione

Problemi antichi, nuove prospettive. Atti del convegno di studi 5 giugno 2024 Prefettura - Sala del Tricolore - Catanzaro

Cartaceo
14,25 15,00

La responsabilità civile della pubblica amministrazione è da sempre una delle questioni più complesse e controverse. Anzitutto, perché richiede di coniugare il diritto civile con il diritto amministrativo, di operare l’interazione di due settori

La responsabilità civile della pubblica amministrazione è da sempre una delle questioni più complesse e controverse. Anzitutto, perché richiede di coniugare il diritto civile con il diritto amministrativo, di operare l’interazione di due settori dell’ordinamento che non sempre comunicano fluidamente tra loro, seguendo regole e principi che, a volte, sembrano porsi in posizione di alterità. L’interdisciplinarietà rileva anche sotto il profilo della dualità delle posizioni giuridiche, che attinge pure la tutela risarcitoria. La responsabilità implica il confronto tra le situazioni sostanziali, di diritto ed interesse, dalla cui consistenza derivano non solo le modalità della tutela offerta dall’ordinamento, ma anche la scelta del plesso giurisdizionale. Non meno importante è il profilo della funzione, compensativa/repressiva o essenzialmente preventiva, da attribuire alla responsabilità della pubblica amministrazione e che risente del dibattito teorico ancora vivo nella dottrina civilistica. L’idea tradizionale – che affida alla responsabilità civile finalità di natura prevalentemente compensative, consentendo il risarcimento di rimediare ad una perdita economica o ad una lesione del patrimonio – è fronteggiata da una diversa prospettiva, che propugna la scuola economica, nella quale la previsione di determinati standards di legalità si prefigge di realizzare una prevenzione del danno efficiente e munita di un adeguato grado di deterrenza e, così, una proficua allocazione delle risorse. Prospettiva, quest’ultima, che appare utilmente invocabile proprio per la responsabilità civile della pubblica amministrazione, che coinvolge il corretto impiego delle risorse pubbliche. La risalente complessità della questione è accentuata da recenti interventi legislativi, che vedono l’impiego di clausole generali – tipicamente, la buona fede – come regole dell’agire anche pubblicistico e come parametri di valutazione della liceità non solo dei comportamenti materiali, ma anche dell’attività autoritativa. L’inevitabile grado di indeterminatezza che contrassegna l’applicazione di tali clausole comporta un ampio margine interpretativo, fonte di incertezze, che può pregiudicare l’efficacia dell’attività amministrativa e, specialmente, la sua tempestività. Al dibattito su questi temi intende contribuire l’Avvocatura dello Stato di Catanzaro con l’organizzazione del terzo convegno annuale di studi, quale proficua occasione di confronto tra avvocati dello Stato e del libero foro, accademici e magistrati, senza che manchi la voce di chi è chiamato a svolgere attività di amministrazione attiva.

Indice

Introduzione
Ennio Antonio Apicella

Saluti istituzionali
Concettina Epifanio 
Giancarlo Pennetti 
Luigi Cirillo 
Vincenzo Agosto 
Aldo Ferrara 
Giovanni Caridi

Presidenza
Orazio Abbamonte 

Relazioni
Paolo Gentili
La lesione degli interessi legittimi e il diritto europeo

Vincenzo Lopilato
Modelli di responsabilità della pubblica amministrazione

Vito Tenore 
Il fatto materiale del dipendente: responsabilità oggettiva dell’amministrazione?

Francesco Vignoli 
Responsabilità senza rimprovero: elemento soggettivo ed errore scusabile

Francesca Attinà 
La responsabilità da ritardo nelle determinazioni amministrative

Antonella Iunti 
Responsabilità e attività amministrativa

Conclusioni
Bernardo Giorgio Mattarella 

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