La religione come pensiero e come azione
Prospezioni filosofiche
Cartaceo
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Da sempre la religione non è stata solo affermazione di un legame tra il divino e l’umano, sul presupposto della loro irriducibile distanza, ma anche recupero per gli uomini di un legame con la
Da sempre la religione non è stata solo affermazione di un legame tra il divino e l’umano, sul presupposto della loro irriducibile distanza, ma anche recupero per gli uomini di un legame con la serietà della vita, osservata con la profondità di uno sguardo che va al cuore della condizione umana. Attraverso un tale esercizio la religione ha assolto continuamente alla importante funzione di integrazione sociale e di attivazione di un autentico agire comunicativo, di una vivente prassi storica. Il titolo di questo libro richiama non solo alla vitale necessità di «pensare la religione», in particolare quella cristiana, così decisiva per la nostra identità individuale e collettiva e per la stessa formazione della «coscienza storica» occidentale, ma anche di prolungare e integrare l’ermeneutica del dato religioso nella concretezza di un’esperienza riferibile non all’immobilità di un concetto, ma al fluire della vita. Nel «dispatrio» da una identità rigidamente razionalistica, con il suo arenarsi sulla battigia di un pensiero diventato spesso ritualità, la religione riscopre dall’interno il suo carattere originario di radicamento in una «storia della salvezza» e con ciò la rinnovata forza di agire, al riparo da ogni idolatria, in quello spazio della vita storica nel cui incessante movimento si trova inestricabilmente coinvolta ogni esistenza finita e ogni ricerca di senso