La proprietà e la legge
Esproprio e tutela della proprietà nell'ordinamento giuridico italiano
Cartaceo
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“Questo libro ha il grande pregio di unire la denuncia giuridica a quella morale, nella (tentata) salvaguardia del diritto di proprietà” (dalla prefazione di Corrado Sforza Fogliani).
La realtà italiana si contraddistingue da un
“Questo libro ha il grande pregio di unire la denuncia giuridica a quella morale, nella (tentata) salvaguardia del diritto di proprietà” (dalla prefazione di Corrado Sforza Fogliani).
La realtà italiana si contraddistingue da un costante stato di frizione nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadino: nel campo delle espropriazioni, però, il confronto si risolve molto spesso in un vero e proprio scontro.
Gli interessi in gioco sono, evidentemente, moltissimi e di natura contraddittoria: quelli della grande industria, in primo luogo, che, storicamente, ha cercato uno “spazio vitale” per il suo sviluppo rivolgendosi allo Stato in qualità di interlocutore privilegiato. Nel Novecento, poi, nuove questioni sono progressivamente venute alla ribalta: il tumultuoso intervento dell’operatore pubblico in economia, la tensione sociale e politica all’eguaglianza sostanziale nel mercato immobiliare, e, sul finire del secolo, le innovative problematiche inerenti la conservazione del patrimonio naturale e artistico.
Sul magma ribollente della società moderna, però, aleggia un fantasma generalmente dimenticato nel dibattito politico: la proprietà privata.
Seguendo il sottile confine tra interessi collettivi e diritti del singolo sul fronte delle espropriazioni, emerge l’inquietante immagine di una Pubblica Amministrazione che agisce disinvoltamente al di fuori di ogni schema. Il modello italiano, insomma, si colloca certamente come un unicum nel panorama degli ordinamenti occidentali: non si accetta l’ottica anglo-americana per cui la proprietà è un diritto naturale preesistente a ogni formazione sociale, ma, d’altra parte, si rifiuta di fatto anche il punto di vista francese, in forza del quale una Amministrazione altamente qualificata agisce secondo schemi rigidamente predisposti e perseguendo “interessi pubblici” seriamente definiti a priori dalla legge generale e astratta.
Stritolato in ingranaggi che, molto spesso, divengono addirittura diabolici nella loro complessità, il semplice cittadino, portatore di interessi personali incapaci di assurgere al rango di istanze neocorporative, si trasforma nella vittima di un sistema che, negli intenti, avrebbe dovuto promuoverlo e difenderlo.
Il presente volume di Silvio Boccalatte è una lettura indispensabile per comprendere l’evoluzione delle problematiche dell’espropriazione in Italia e intravedere una via d’uscita rispettosa della proprietà privata.