La paura di Verbicaro
Storia di una rivolta nel sud
Cartaceo
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«È una vergogna per l’Italia: procedete con energia e con beninteso vigore. Bisogna dare un esempio all’Italia». Con questo telegramma Giolitti, nello scatenare la caccia ai rivoltosi di Verbicaro nell’agosto del 1911, toglieva l’anonimato
«È una vergogna per l’Italia: procedete con energia e con beninteso vigore. Bisogna dare un esempio all’Italia». Con questo telegramma Giolitti, nello scatenare la caccia ai rivoltosi di Verbicaro nell’agosto del 1911, toglieva l’anonimato a questo paese dell’Alto Tirreno cosentino. L’impressione che suscitò la rivolta nell’opinione pubblica nazionale e internazionale fu tanto grande da occupare per alcuni giorni le prime pagine dei più importanti quotidiani. Nel vocabolario italiano entrò addirittura il termine «verbicarismo» e successivamente «verbicarizzare» a significare la presunta «primitività di istinti e di cultura» che avrebbe spinto i verbicaresi a ribellarsi. Attraverso una meticolosa ricerca d’archivio e una presenza attiva in Verbicaro viene con questo lavoro ricostruita una delle tante pagine significative, ma trascurate, della nostra storia recente: un episodio che ben più di tante letture storiche generali illustra i rapporti tra il paese reale e le istituzioni.
Rassegna
- Il Quotidiano del Sud 2020.04.04
Di peste, di libri e di Calabria
di Antonio Cavallaro