La globalizzazione raccontata a mia figlia
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«… sei ora una giovane donna piena di risorse, con i piedi per terra, anche se con la testa ancora nelle nuvole; e va benissimo. È a questa giovane donna che io mi rivolgo.
«… sei ora una giovane donna piena di risorse, con i piedi per terra, anche se con la testa ancora nelle nuvole; e va benissimo. È a questa giovane donna che io mi rivolgo. E attraverso te, a tutti coloro, dai 17 ai 97 anni, che hanno voglia di condividere il nostro viaggio. Ti propongo, dunque, nuove avventure, in altre parole: le grandi questioni che agitano le nostre società e che scaldano il tuo cervello e quello di molti.
Come vedi, sono problemi enormi. Ma conserva il tuo ottimismo: in questo inizio di terzo millennio il futuro non è poi così buio come certi falsi profeti vorrebbero farci credere.
Per questo, lasciami precisare il nostro obiettivo: vederci più chiaro nel dedalo di tali questioni tanto complesse e concrete che il frastuono mediatico semplifica a dismisura. Senza parlare delle dosi di adrenalina e di emozioni che le accompagnano, non sempre buone consigliere. È dunque al tentativo di far emergere le onde sotterranee delle nostre società che io ti invito.
Comprendimi bene. La mia intenzione non è quella di impiantare un discorso noioso. Sarò chiaro e semplice, senza cadere nella superficialità e nella faziosità, nella sciatteria e nella trascuratezza intellettuali. Cioè pacato e conviviale nel tono, serio nella profondità dei problemi».
