L’impresa internazionale nei cosiddetti paradisi fiscali
Cartaceo
€13,30 €14,00
Nell’attuale momento storico di crisi economico-finanziaria che riguarda indistintamente tutto il pianeta, i cosiddetti “paradisi fiscali” sono oggi Stati e territori che per molte società ed imprenditori individuali italiani risultano tanto difficili da raggiungere
Nell’attuale momento storico di crisi economico-finanziaria che riguarda indistintamente tutto il pianeta, i cosiddetti “paradisi fiscali” sono oggi Stati e territori che per molte società ed imprenditori individuali italiani risultano tanto difficili da raggiungere geograficamente e concettualmente quanto molto desiderati e sognati. Infatti, l’argomento non interessa solo le grandi multinazionali che usano stratagemmi più o meno leciti per localizzare i propri profitti in questi Paesi e ridurre le loro imposte ma riguarda anche inevitabilmente tutti gli operatori interessati alla espansione della propria attività economica oltre i confini nazionali. Al riguardo, si è ormai quasi consolidata nella letteratura scientifica la teoria per cui gli Stati ed i territori a fiscalità privilegiata siano luoghi da condannare, tanto che nell’immaginario collettivo essi sono comunemente associati ai concetti negativi di frode ed attività illecite; del resto, la stessa espressione “paradisi fiscali” viene utilizzata per descrivere questi luoghi in modo dispregiativo e dissimula una equivocità di significato ascrivibile soprattutto alle radici. Tuttavia, vi è dall’altro lato anche una minoranza di autori economici e giuridici che ha evidenziato le positività dei c.d. “paradisi fiscali”. Infatti, molti di questi Paesi spesso offrono anche legittime possibilità di investimento in settori ai più sconosciuti e sono stati espressamente riconosciuti come legittimi nel perimetro del diritto tributario internazionale. Probabilmente la verità sta nel mezzo: i c.d. “paradisi fiscali” non sono entità meravigliosamente virtuose ma nemmeno sono quei luoghi dove tutto è brutto e cattivo. Nell’opera sono pertanto evidenziate le ragioni tanto degli “accusatori” quanto dei “difensori” dei c.d. “paradisi fiscali”, fermo restando che il loro utilizzo per esclusive finalità di riciclaggio è condannato a priori. E con la precisazione che nel nuovo millennio i c.d. “paradisi fiscali” si sono posti come problema soprattutto politico poiché le tematiche del mondo “offshore” riguardano l’economia ma ancora prima le politiche dei governi e degli Stati, i quali, da un lato, condannano il sistema ma, dall’altro lato, si fanno concorrenza tra loro offrendo rifugi sicuri con bassa o nulla tassazione a capitali di varia provenienza.