L’analisi dei contratti matrimoniali negli atti del notaio Ferraro di Mileto
(1677-1707)
Prefazione di Filippo Ramondino
Cartaceo
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Lo studio prende in esame l’analisi di alcuni contratti matrimoniali, redatti nel periodo compreso tra il 1677 e il 1707, appartenenti alla produzione notarile di Francesco Antonio Ferraro (1645-1711) di Mileto, conservati presso l’Archivio
Lo studio prende in esame l’analisi di alcuni contratti matrimoniali, redatti nel periodo compreso tra il 1677 e il 1707, appartenenti alla produzione notarile di Francesco Antonio Ferraro (1645-1711) di Mileto, conservati presso l’Archivio di Stato di Vibo Valentia. Analizzati gli atti, dopo una lettura tecnico-giuridica, oltre che di “storia materiale”, senza fermarsi a una semplice elencazione di beni dotali, si individua in essi il segno delle decisioni che finiscono per determinare articolate strategie patrimoniali, elementi di uno strutturato disegno politico ed economico più che semplici “affari privati di famiglia”. L’atto matrimoniale diviene indicatore delle caratteristiche patrimoniali della casata. Si nota come “il gruppo” si adoperi affinché le sostanze familiari non vadano divise, ma restino unite sotto la linea del cognome. Per alcune tipologie di famiglie la dote sostituisce dunque il testamento: con essa si destinano le sorti della proprietà e si perpetuano quelle situazioni che regolano e indirizzano il patrimonio verso gli eredi maschi. Tutto ciò rifacendosi sia a delle consuetudini cittadine, e dunque derogando alle norme del diritto romano, sia a un Patto elaborato dalle casate dei Seggi di Nido e Capuana della Capitale partenopea a partire dal tardo Trecento.