Itinerario culturale di Corrado Alvaro
Cartaceo
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A cinquant’anni dalla morte (1956), Corrado Alvaro resta uno scrittore sotto molti aspetti impenetrabile e da troppi ancora sconosciuto. Un suo compaesano, p. Stefano De Fiores, primo presidente della Fondazione Alvaro, si è preoccupato
A cinquant’anni dalla morte (1956), Corrado Alvaro resta uno scrittore sotto molti aspetti impenetrabile e da troppi ancora sconosciuto. Un suo compaesano, p. Stefano De Fiores, primo presidente della Fondazione Alvaro, si è preoccupato di offrire un contributo alla conoscenza dello scrittore, prendendo in considerazione la sua produzione letteraria e cercando di penetrare nella sua personalità secondo una metodologia sincronica e diacronica. Si snodano uno dopo l’altro l’itinerario culturale che ha condotto Alvaro dalla civiltà pastorizia al mondo tecnologico e quello religioso che lo ha guidato dalla pietà popolare al cristianesimo laico. Segue una sintesi dei molteplici approcci della critica letteraria alle opere di Corrado Alvaro, sottolineando mediante accurata ricerca i suoi rapporti con la cultura cattolica. Del tutto inedita l’analisi narratologica di «Madre di paese» che fa emergere l’articolata struttura inconscia di questo inarrivabile racconto. Le lezioni di vita che promanano dall’opus alvariano, in particolare dalla lungimirante e tragica distopia Belmoro, tendono a difendere gli esseri umani dall’individualismo egoistico che sfocia nella barbarie e nella disumanità, perché s’incammini verso un’etica comunitaria, accogliente e dialogica.
Rassegna
- Gazzetta di Parma 2024.04.14
Viaggio attraverso la «nevrosi calabrese»
di Lucilla Lijoi