Gaetano Pecora

Il pensiero politico di Gaetano Filangieri

Una analisi critica

Cartaceo
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Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della Legislazione – era il 1780 – il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l’apostolo del riscatto

Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della Legislazione – era il 1780 – il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l’apostolo del riscatto sociale.
Poi però , auspice anche la requisitoria di Benjamin Constant (correva il biennio 1822-1824), quello stesso nome venne atterrato nella fangaia del confuso e del contraddittorio, lì dove, in seguito, i critici di estrazione romantica vi avrebbero colto tutto un ripullulare di umori liberticidi. Con la conseguenza che per molto tempo la Scienza fu tenuta in conto di opera di cui bisognasse far cenno e tirare subito innanzi, come di cosa senza risonanza d’eco.
Salvo poi – in giorni assai più vicini a noi – essere risollevata nella stima pubblica da studiosi più benevoli, quasi festanti, i quali l’onorano come uno dei momenti più alti della sapienza liberale.
Da qui, dalle altalenanti fortune di Filangieri, le domande che costellano questo libro. Per cominciare: chi ha ragione? Gli esaltatori o i denigratori? E poi: si tratta solo di capricci esegetici? O gli screzi tra gli interpreti riflettono un pensiero che ha un’indole contrastata e che, mancando di una ispirazione unitaria, si apre perciò stesso alle letture più divergenti? E in tal caso, qual è il dissidio che lacera la Scienza strattonandola ora di qua e ora di là? Infine: questo dissidio appartiene solo al tempo di Filangieri?O finisce per contendersi anche la sensibilità di noi contemporanei? Come si vede, c’è di che stuzzicare la curiosità del lettore. Specie, poi, se le risposte s’ingranano tra loro in pagine come queste, scritte con sforzo di rigore e ambizione di chiarezza.