Il paradosso del Black Sam
Cartaceo
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«Noi siamo altro… noi siamo avventura»
Ernesto e i suoi amici trasportano hashish dal Marocco a Roma. Lo fanno prima con l’automobile attraversando la Spagna liberata dal franchismo poi, agli inizi degli anni Ottanta, a
«Noi siamo altro… noi siamo avventura»
Ernesto e i suoi amici trasportano hashish dal Marocco a Roma. Lo fanno prima con l’automobile attraversando la Spagna liberata dal franchismo poi, agli inizi degli anni Ottanta, a bordo del Black Sam, una barca a vela che porta il nome di un pirata. Non si sentono trafficanti ma ribelli libertari che seguono il sogno del viaggio come fuga dall’ordinario, avventura, conoscenza, esperienza. Ispirati dai fumetti, immaginano porti, fortezze, minareti, carovane di dromedari e sguardi berberi. Erano figli del proletariato urbano o della classe media e non sognavano di entrare in fabbrica ma, al contrario, cercavano un’alternativa al sistema del lavoro salariato. Per il Marocco, che era l’India dei ragazzi di periferia perché più vicino e a basso costo, in quel periodo partivano tutti e così anche Ernesto e i suoi amici, che si muovono tra i due continenti affacciati sul Mediterraneo con dinamismo febbrile, leggerezza, irresponsabilità e quasi per gioco. Ma un incidente giudiziario, fondato su un’accusa paradossale, costringerà Ernesto a fare i conti con la realtà e con la consapevolezza di sé, mettendolo davanti alla necessità di una scelta. Questa è una storia che racconta la generazione di mezzo, post ideologica, inquieta e alla ricerca di se stessa. Sullo sfondo l’Italia di quegli anni, attraversata da una tumultuosa mutazione sociale.
Indice
Nota dell’Autore
Gendarmi
Pirati
Chaouen
Madre terra
L’avvocatone di Fes
Roma
Burrasca